video suggerito
video suggerito

Claudio Gentile: “Squillò il telefono all’alba: ‘Chi c…o sei?’. ‘Sono l’Avvocato, buongiorno'”

Claudio Gentile ricorda come fosse oggi la telefonata di Gianni Agnelli all’alba: “Presi il telefono nel sonno e dissi brusco: ‘Ma chi cazzo sei a quest’ora?!’. E dall’altra parte: ‘Sono l’Avvocato, Gentile, buongiorno'”.
A cura di Paolo Fiorenza
213 CONDIVISIONI
Immagine

Zoff, Gentile, Cabrini… così cominciava la formazione della Juventus all'inizio degli anni '80, ma anche quella dell'Italia campione del mondo in Spagna nel 1982. Altri tempi, un altro calcio, in cui le squadre scendevano in campo con la numerazione dall'1 all'11 che indicava chiaramente titolari e ruoli, mentre in panchina sedevano solo altri cinque calciatori, dal 12 al 16. Claudio Gentile, detto Gheddafi perché era nato a Tripoli, era il numero 2, terzino che di solito fluidificava poco, come si diceva all'epoca, visto che gli allenatori lo spedivano a marcare – rigorosamente a uomo – l'avversario spesso più pericoloso: le sue battaglie con Zico e Maradona nel Mundial spagnolo hanno fatto la storia del calcio italiano, e credeteci non è un'esagerazione. Dire Gentile significa dire soprattutto Juventus, la squadra in cui ha giocato per 11 stagioni e con cui ha vinto scudetti e coppe: era la Vecchia Signora di Gianni Agnelli e proprio all'Avvocato è legato un ricordo indelebile di Claudio.

Gentile e la telefonata dell'Avvocato Agnelli all'alba: "Ma chi cazzo sei a quest'ora?!"

Agnelli era noto per le telefonate fatte all'alba a tutti, che fossero dirigenti o un calciatori. E all'epoca non esistevano i telefonini, c'era il fisso che squillava a qualsiasi ora. Anche a Gentile arrivò la telefonata dell'Avvocato in quell'orario: "Che figura. La prima volta il telefono squillò alle sei e mezza, ero arrivato da poco, dormivo, presi il telefono nel sonno e dissi brusco: ‘Ma chi cazzo sei a quest'ora?!'. E dall'altra parte: ‘Sono l'Avvocato, Gentile, buongiorno'. E io: ‘Scuuusi, sono nuovo, non sapevo…'. Mi rassicurò e mi chiese se fossi in forma per domenica. Era così, pochi minuti e via. Una volta mi parlò di Gheddafi che aveva comprato azioni Fiat e voleva sapere di me…".

Claudio Gentile con la maglia della Juventus
Claudio Gentile con la maglia della Juventus

Parlavamo di un'altra epoca, il racconto di Gentile profuma di cose buone: "Alla Juve tra noi c'era un bel rapporto. Soprattutto tra noi scapoli. Io, Scirea, Tardelli e Cabrini. Sempre assieme, al cinema, al ristorante. Cabrini era quello bello, ma anche noi ci davamo da fare. Gaetano era più timido però lo abbiamo sbloccato. Andavamo al ‘Due Mondi', pranzo e cena, e la sera spesso incontravamo quelli del Torino che frequentavano un ristorante a cinquanta metri. Ci salutavamo, ci abbracciavamo, non c'era mai odio. Era bello. Poi in campo si lottava: se entravi in area, con Cereser era dura…".

Gentile impegnato con l'Italia contro l'Inghilterra
Gentile impegnato con l'Italia contro l'Inghilterra

"Nessuno come Gaetano Scirea, nessuno"

Nella chiacchierata con la Gazzetta dello Sport, il 71enne ex difensore ha menzioni speciali per Marco Tardelli e Gaetano Scirea: "Tardelli è arrivato dopo, abbiamo legato subito, ci hanno messo in camera assieme. Siamo testimoni di nozze: lui delle mie, io delle sue. Però dopo un po’ ci siamo separati perché alla vigilia delle partite non dormiva e leggeva fino alle tre. Mi svegliavo per la luce… Scirea? Nessuno come Gaetano. Nessuno. Lui e Dino (Zoff, ndr) erano assieme in stanza e c'era sempre silenzio totale. Io e Marco per scherzo entravamo in camera loro: ‘Oh, scusate, abbiamo sbagliato…'. E loro leggevano in silenzio. Come ci divertivamo".

213 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views