Claudio Gentile non ha retto alla visione di Parma-Juventus: “Ho spento quando ho visto Kelly”

Claudio Gentile ricorda una Juventus profondamente diversa da quella attuale, l'ex difensore – che in bianconero ha giocato per un decennio, tra il 1973 e il 1984 – ha vinto scudetti e coppe con la Vecchia Signora, ma soprattutto si sentiva parte di una squadra di tutt'altro spessore rispetto a quella attuale, una squadra abituata sempre a competere per vincere. Il 71enne campione del mondo con l'Italia a España '82 non usa giri di parole per esprimere la sua opinione sulla Juve attuale, che rischia di restare fuori dalla Champions dopo l'ultima sconfitta in casa del Parma.
Gentile duro con la Juve attuale: "Spengo la TV dalla rabbia"
"Guardo tutte le partite della Juventus, ma spesso non arrivo al novantesimo. Spengo la televisione dalla rabbia – racconta ‘Gheddafi' – L'ultima volta mi è successo mercoledì, contro il Parma: quando ho visto come Kelly ha marcato Pellegrino in occasione del gol, non ho più resistito". Del resto, parliamo di un calciatore che ha elevato la marcatura a uomo a una forma d'arte, come Maradona e Zico capirono bene a loro spese al Mundial spagnolo.

Gentile ci va giù duro alla ‘Gazzetta dello Sport: "Ci sto male perché sono juventino e so cosa significhi indossare quella maglia. E adesso non mi sembra la mia Juventus. Da vera Juventus come la intendo io, vedo poco. Probabilmente Yildiz, un bel talento che penso sarebbe piaciuto anche all'Avvocato: ma da solo il turco non può bastare. Il resto mi mette amarezza, come i risultati. Ai miei tempi c'erano grandi personaggi come l'Avvocato Agnelli e Boniperti che fin dal primo giorno ti dicevano: ‘Ragazzo, qui sei alla Juventus e certe cose non le puoi fare: è un club diverso'. Avevano ragione. La Juventus è unica per la sua mentalità vincente. Quando giocavo io, arrivare secondi era considerata una mezza tragedia, adesso ci si aggrappa al quarto posto… La Juventus deve almeno lottare per lo scudetto e non essere così lontana dalla vetta. Non la penso così soltanto io, ma anche la gran parte dei tifosi con cui mi confronto quotidianamente".

"Boniperti aveva un gran fiuto per i giocatori, non si può dire lo stesso di Giuntoli"
La bocciatura di Gentile non può ovviamente risparmiare in primis Thiago Motta, ma anche la società non può essere assolta: "L'allenatore è sempre il primo a pagare e infatti è stato esonerato. Sicuramente aveva le sue responsabilità e mi dispiace molto: a Bologna aveva abbinato bel gioco e risultati. Ma la Juventus è un club diverso e bisogna vincere. Me lo hanno insegnato Boniperti e i ‘vecchi' dello spogliatoio quando arrivai a Torino 19enne. Con Boniperti non si sarebbe arrivati a questo punto: conosceva la Juventus come pochi e aveva un gran fiuto per i giocatori: raramente sbagliava un acquisto. Visti i risultati attuali, invece, non si può dire lo stesso di Giuntoli: gli errori sono stati parecchi sul mercato".