Clamoroso abbaglio in Lecce-Monza: c’è un rigore solare ma Pairetto e VAR non vedono nulla
Il Lecce schiuma rabbia, la sfida salvezza contro il Monza (terminata 1-1) viene macchiata dall'episodio che prende il sopravvento su tutto: il tocco di braccio di Molina in piena area non sanzionato dall'arbitro né riconosciuto come infrazione dal Var. Una situazione che avrebbe potuto cambiare l'inerzia e le sorti del match consegnando ai salentini tre punti pesanti per la rimonta in classifica.
Come si fa a non dare un rigore del genere? Come hanno fatto arbitro e soprattutto il Var a non punire quel fallo di mani avvenuto a causa di quella postura? Arto largo, lontano dal corpo, per nulla in posizione congrua eppure non è stato considerato dirimente. Com'è possibile che il direttore si gara, Luca Pairetto, e i colleghi in cabina di regia (Di Martino e Paganessi) abbiano giudicato quel tocco ininfluente o comunque non abbastanza grave da assegnare la massima punizione? Sono le domande che rimbombano nella testa dei giallorossi.
Le immagini al replay sono chiare a sufficienza per spiegare tutto il disappunto dei padroni di casa. Il fattacco avviene al 27° del secondo tempo e fa esplodere lo stadio di Via del Mare. Bistrovic calcia una punizione dalla sinistra, Colombo stacca e devia la palla di testa prolungando la traiettoria verso il centro dell'area brianzola. In pochi secondi si verifica quel pasticcio che alimenta ancora polemiche durissime.
Molina è solo, alle sue spalle ha ben quattro compagni di squadra, non c'è alcun avversario che può disturbare l'eventuale controllo. Sembra sia perfettamente in grado di gestire quella situazione, invece no. È in ritardo, tradito forse dalla traiettoria e dall'effetto della sfera. Quando si accorge che non ce la farà mai a intervenire per stoppare quel traversone, si scompone, tenta in maniera maldestra di ritrarre l'arto ma colpisce ugualmente la palla con il braccio (che è largo).
"Rigore!" urlano i tifosi e dalla panchina del Lecce. Ma sia Pairetto sia il Var sono del parere opposto. Perché? Diventa davvero difficile dare una spiegazione plausibile. L'ex arbitro, Luca Marelli, nell'intervento a DAZN ha provato a dare una lettura dell'episodio cercando d'interpretare quale sia stato il processo di valutazione: "Il braccio era largo… probabilmente è stato giudicato come pallone inatteso. Il tocco non è stato ritenuto sufficiente per considerare il movimento volontario ed assegnare il calcio di rigore".