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Clamorosa truffa ai bookmakers: gli scommettitori avevano le immagini prima della diretta TV

La polizia spagnola ha smascherato una clamorosa truffa ai danni dei bookmakers: un’organizzazione criminale internazionale riusciva ad avere le immagini degli eventi sportivi con un vantaggio decisivo di qualche secondo rispetto alla diretta televisiva mondiale. Gigantesche antenne paraboliche e codici per decrittare i segnali dei satelliti reperiti in un canale Telegram iraniano: queste le chiavi dell’incredibile imbroglio.
A cura di Paolo Fiorenza
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Scommettere live, ovvero mentre gli eventi sportivi si stanno svolgendo, ma con un vantaggio decisivo di qualche secondo rispetto alla diretta televisiva accessibile a tutti nel mondo, dagli spettatori seduti sul divano di casa ai bookmakers, che su quelle immagini ci fanno le quote e chiudono le relative giocate: questo il sistema infallibile e ovviamente truffaldino smascherato in Spagna nell'ambito dell'operazione denominata Mursal. Le indagini del Centro Nazionale di Polizia per l'Integrità nello Sport e nelle Scommesse hanno portato fino in Iran, dove è stato rintracciato il canale Telegram dove la rete dei truffatori ha ottenuto i codici che le hanno permesso di accedere illegalmente al segnale dei satelliti prima che le immagini venissero trasmesse sui canali televisivi del pianeta.

Un sistema che non può perdere, il sogno di ogni scommettitore, che ha fruttato alla banda dei malviventi milioni di euro di vincite illegali: sapere con anticipo se di lì a poco ci sarà un calcio d'angolo o una ammonizione, oppure una palla break nel tennis, o un punto già chiuso in qualsiasi sport, significa possedere le chiavi di una ricchezza illimitata, con un unico possibile tallone d'Achille: la cupidigia mista al delirio di onnipotenza che hanno fatto allertare tutti i possibili allarmi, fino ad arrivare alla scoperta del meccanismo (quasi) perfetto per battere i bookmakers.

In Spagna l'indagine è ancora aperta – racconta El Pais – e una ventina di persone sono già state arrestate, tra cui quella identificata dalla polizia come presunto capobanda, Bogdan Vorovenci, un cittadino rumeno che risiede nella città di Cabanillas del Campo – un comune spagnolo situato nella provincia di Guadalajara, nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia – e Juan Gay Salom, un tipster (ovvero chi suggerisce scommesse da piazzare, spesso a pagamento) seguitissimo sui social. Le accuse pesantissime sono di appartenenza a un'organizzazione criminale, corruzione nel campo dello sport, truffa degli operatori del gioco d'azzardo, falsità documentaria, contraffazione di valuta e riciclaggio.

Era una truffa infallibile ai danni dei bookmakers, finché la polizia spagnola non ha scoperto tutto
Era una truffa infallibile ai danni dei bookmakers, finché la polizia spagnola non ha scoperto tutto

L'operazione Mursal è iniziata nel 2020, dopo aver rilevato scommesse online sospette nelle competizioni internazionali di ping pong, uno sport che si è continuato a giocare durante la pandemia di Covid. Le indagini si sono concentrate su Yavor Ivanov Andreev, ex giocatore bulgaro di ping pong che risiede in Spagna. Attraverso di lui gli investigatori sono arrivati a Vorovenci, con il quale Andreev avrebbe scambiato informazioni per scommettere su competizioni sportive truccate in tutto il mondo. Le indagini hanno rivelato che oltre ad aver corrotto alcuni giocatori rumeni di tennis tavolo, la banda ha utilizzato anche il sistema del ritardo nella trasmissione televisiva degli eventi sportivi.

Questo ritardo con cui le immagini degli incontri arrivavano sugli schermi dei bookmakers (tra 20 e 120 secondi, secondo un documento dell'Europol) ha permesso ai truffatori di piazzare le scommesse vincenti. Le chiavi per poter fare il ‘miracolo' di vedere cosa accadeva sui vari campi prima della diretta televisiva erano due. In primis enormi antenne paraboliche di 2,40 metri di diametro – più del doppio di quelle abituali – installate nell'abitazione del capobanda. Ma collegarsi ai satelliti intercettando le immagini inviate dalle telecamere degli stadi e dei palazzetti prima che raggiungessero gli studi di produzione televisiva e venissero poi ridiffuse nel mondo ai vari network non era sufficiente: bisognava superare il blocco di protezione.

Le scommesse truffaldine venivano piazzate online
Le scommesse truffaldine venivano piazzate online

Per fare questo, l'organizzazione criminale ha usato i codici con cui ha decrittato la codifica del segnale televisivo, riuscendo a riceverlo in anticipo sui propri computer. Codici ottenuti su un canale Telegram iraniano chiamato Hack Sat Feed, dove gli utenti li condividono illegalmente. A quel punto il più era fatto e andavano solo piazzate le scommesse su cose appena accadute sotto i propri occhi: dalla squadra che avrebbe segnato il prossimo gol, a eventi minori come angoli e cartellini. Giocate ovviamente vincenti, visto che il margine di errore su circostanze di cui già si conosceva il risultato era pari a zero.

Le indagini della polizia spagnola hanno scoperto che il sistema è stato usato per scommettere su partite di calcio di campionati asiatici – tra cui quello cinese – e sudamericani, così come nelle partite di tennis del circuito ATP. Nell'ambito della sua relazione, Europol sottolinea che, al fine di piazzare scommesse online aggirando i sistemi di allerta dei bookmakers e della polizia, la rete criminale ha utilizzato un gran numero di identità rubate. L'inchiesta non ha ancora permesso di quantificare con precisione i soldi che la banda è riuscita a intascare, anche se le prime stime della polizia indicano la cifra complessiva in milioni di euro che erano nascosti nei conti bancari di tutto il mondo e in portafogli di criptovaluta.

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