Ciro Immobile all’Inter: storia di provini falliti, sliding doors e rimpianti
Ciro Immobile è uno degli attaccanti più forti d'Europa. Specie dopo il passaggio alla Lazio, la sua consacrazione è stata totale, tanto da consentirgli di vincere la Scarpa d'Oro lo scorso anno arrivando prima di un certo Robert Lewandowski mettendo in rete la bellezza di 36 gol in Serie A. Un rendimento non indifferente per un giocatore che nel corso della sua carriera ha dovuto lavorare tanto per cercare di trovare la sua dimensione migliore.
Dal Sorrento alla Juventus, passando per il rilancio nel Pescara con Zeman, alle delusioni con Genoa, Siviglia e Borussia Dortmund prima di trovare finalmente la sua confort zone in maglia biancoceleste. Ma non c'è solo la Juventus che oggi starà sicuramente rimpiangendo il fatto di essersi liberata troppo presto del giocatore. Anche l'Inter infatti, che non ha mai tesserato il giocatore, ha i suoi buoni motivi per dannarsi dopo il mancato approdo del giocatore in nerazzurro.
Immobile da giovane sapeva già cosa voleva fare da grande
Immobile è stato sin da ragazzo un calciatore molto determinato. Aveva nella testa solo l'obiettivo di diventare un grande giocatore e l'ha dimostrato subito, sin da quando vestiva la maglia del Sorrento. A parlare di quella sua esperienza nel club campano, fu Renato Cioffi, l'ex allenatore dei costieri che oggi guida il Pomigliano nel campionato d'Eccellenza. "Ciro si è fatto le ossa – raccontò nel corso di un'intervista – Aveva una grande cultura del lavoro". Cioffi fu subito colpito dalla sua caparbietà anche negli allenamenti: "Veniva a Sorrento prendendo un treno da Torre Annunziata ed era sempre il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via".
Le premesse per fare di lui un giocatore perfetto anche perché Cioffi ha sempre apprezzato la sua testa: "Questa sua caratteristica me lo ha fatto preferire a persone anche più grandi di lui”. L'ex tecnico del Sorrento raccontò come Napoli e Juventus spesso osservassero da vicino il giocatore (poi finito in bianconero). Inevitabile per un giocatore che al suo esordio in Coppa Italia contro il Gallipoli rispose a Cioffi: "Mister non ti preoccupare me la vedo io". Ragazzo scherzoso e divertente già da giovanissimo, Cioffi evidenziò come Immobile oggi sia da considerare tra i migliori attaccante in Europa: "Non ho mai dubitato che potesse un giorno fare carriera".
Poteva essere dell'Inter: "Fecero altre scelte"
La sua esperienza a Sorrento è sempre stata ricca di aneddoti raccontati da coloro i quali l'hanno visto crescere nella società costiera e hanno sempre visto in lui un potenziale enorme. Dopo Cioffi, anche Guglielmo Ricciardi, ex responsabile del settore giovanile del Sorrento, raccontò di un Immobile fortemente deciso nel voler diventare un giocatore: "Non voleva perdere neanche a briscola quando giocava con i compagni di squadra prima degli allenamenti".
Delle esperienze calcistiche di Immobile però, c'è un retroscena particolare di cui non tutti erano a conoscenza. Ricciardi raccontò di un suo mancato approdo all'Inter: "Lo portai a Milano per un provino con altri ragazzi – ha sottolineato – all'epoca nell'Inter c'erano Piero Ausilio e Beppe Baresi che però decisero di non puntare su di lui senza seguirlo nemmeno più nel corso dell'anno. Preferirono basarsi su una sola sessione in quel provino". Un rimpianto per i nerazzurri a cui avrebbe fatto sicuramente comodo un giocatore del genere.
L'Inter preferì puntare su Balotelli e Dell’Agnello
L'Inter decise infatti di lasciarlo andare e di non presentarsi neanche ad una gara del giocatore con il Sorrento per rivederlo di nuovo. Si basarono su quel provino che oggi come oggi vuol dire davvero poco. "Beppe Baresi, quando ci sentiamo ancora oggi, mi ricorda sempre il suo rimpianto perché Immobile non fu scelto dall'Inter – raccontò Ricciardi – Ci incontrammo con lui e Ausilio a Gallipoli ma i nerazzurri rifiutarono l'acquisto del giocatore poiché avevano già Mario Balotelli della stessa età e Simone Dell'Agnello in Primavera". Oggi SuperMario milita nel Monza dopo una carriera con più bassi che alti, mentre Dell'Agnello è addirittura nel Foggia in Serie C.
La Juventus e la telefonata di Ciro Ferrara
Immobile era davvero un giovane su cui puntare e la Juventus non si fece sfuggire l'occasione. Nell'agosto del 2007 i bianconeri telefonarono a Guglielmo Ricciardi in qualità di responsabile del settore giovanile del Sorrento. "Giorni prima venne da noi Massimo Filardi, che fungeva da responsabile della Juventus in Campania. Chiese qualche informazione e poi arrivò la chiamata".
L'offerta della Juventus era irrinunciabile: "Telefonò Ciro Ferrara dicendomi che stavano seguendo da molto tempo Immobile – sottolinea Ricciardi – La proposta per il ragazzo fu molto alta, centomila euro. La chiusura dell'affare fu immediata". Ricciardi raccontò anche un particolare interessamene: "Dopo un po' di tempo Ferrara mi inviò un paio di Hogan per regalo".