Cicinho svela che Heinze sfiduciò Totti: “Non sei adatto a fare il capitano”. Ma fa un errore enorme
Un compagno di Francesco Totti alla Roma che ne mette in discussione l'autorità e lo fa davanti a tutti, dicendogli esplicitamente che "non è adatto a fare il capitano". E ancora: Totti che fa il gesto di consegnare la fascia per darla a qualcun altro. E ancora: quel compagno che da quel momento non mette più piede in campo, perché il gruppo non può metabolizzare qualcosa del genere e lo espelle come corpo estraneo. Cose inaudite nella Roma di Totti, almeno finora. È Cicinho, testimone a suo dire di tutto quello che accadde, a raccontare l'intera vicenda che avrebbe visto come altro protagonista Gabriel Heinze. Peccato che molte cose svelate dal brasiliano non trovino riscontro in quello che effettivamente accadde, fino ad arrivare all'enorme errore che rende non credibile l'intera storia, ovvero collocare nello stesso spogliatoio Totti, Heinze e Rosella Sensi, il che è impossibile in questo universo conosciuto.
Heinze con Totti nello spogliatoio della Roma solo in una stagione, 2011/12
‘El Gringo' argentino era arrivato in giallorosso nell'estate del 2011, prelevato a parametro zero dal Marsiglia: un rinforzo difensivo di esperienza visti i 33 anni, che avrebbe poi giocato da titolare per tutta la stagione, con Luis Enrique allenatore. Un'annata non felicissima, che vide alla fine la Roma classificarsi al settimo posto in campionato, restando fuori dall'Europa per la prima volta dopo 15 anni, con conseguente addio del tecnico spagnolo a fine stagione.
Il racconto di Cicinho – fatto ad un podcast brasiliano – si riferisce per forza alla stagione 2011/12, visto che fu l'unica in cui Heinze vestì la maglia giallorossa, lasciando poi la capitale nell'estate 2012 per tornare in patria al Newell's Old Boys, dove due anni dopo avrebbe concluso la carriera di calciatore. "Perdemmo una partita contro l'Atalanta, erano sette partite che non vincevamo in campionato, perdemmo 1-0 in casa", è ‘inizio della storia, che già qua presenta degli errori di sceneggiatura. Scorrendo il ruolino della Roma in quel campionato di Serie A, infatti, si può vedere che la partita contro l'Atalanta giocata all'Olimpico l'1 ottobre 2011 non fu persa, ma vinta 3-1 dai giallorossi. Allora siamo andati a vedere cosa accadde al ritorno ed è lì che si può trovare una pesante sconfitta della Lupa a Bergamo per 4-1, il 26 febbraio 2012.
Il racconto di Cicinho: Heinze mise in discussione la fascia di capitano di Totti
Vabbè – si potrebbe pensare – Cicinho si sarà sbagliato e avrà voluto fare riferimento a quell'Atalanta-Roma, diamogli comunque credito e andiamo avanti, anche se mai in tutta quella stagione – men che meno prima di quella partita – la squadra di Luis Enrique ha avuto una striscia di sette match senza vittorie, altra inesattezza. Poi il racconto dell'ex terzino brasiliano entra nel vivo e svela l'attacco del ‘duro' Heinze all'icona Totti, sfiduciato davanti a tutti in spogliatoio: "Finita la partita, entrò Rosella Sensi, che all'epoca era presidente. Entrò e si rivolse a tutti, disse che non c'era un solo uomo lì, che erano tutti vagabondi, e insultò tutti. E Totti alzò le spalle. A quel punto Gabriel Heinze, l'argentino, gli disse: ‘Non dici nulla? Francesco, sei il capitano'. ‘No, la presidente ha parlato'. Poi lei disse: ‘Un'altra cosa, restate tutti a Trigoria per concentrarvi per la prossima partita', che era dopo tre giorni".
A quel punto – almeno nel racconto di Cicinho – avvenne l'episodio chiave, qualcosa di mai visto a Roma: "Totti allora disse: ‘Ragazzi, il nostro stipendio arriva regolarmente, davvero stiamo mancando noi'. Heinze lo guardò e disse: ‘Non sei adatto a fare il capitano, bisogna scegliere un altro, non so chi…'. Totti si tolse la fascia dal braccio: ‘Ecco, prendila, datela a De Rossi, datela a chiunque altro'. Alla fine Heinze non giocò più con la Roma".
Cicinho chiarisce che non sarebbe stato Totti a chiedere la testa di Heinze, ma fu la squadra a non poter convivere con una situazione distruttiva di quel tipo, che metteva in discussione la certezza granitica su cui era costruita la Roma, ovvero Francesco Totti. L'addio dell'argentino nell'estate successiva fu dunque qualcosa di inevitabile: "Non fu colpa di Totti, è stato il gruppo. Totti non è andato dalla dirigenza a dire: ‘Cacciatelo via'. Il gruppo si sentì a disagio, per quello che lui rappresentava durante gli allenamenti, nella quotidianità. Noi ci sentivamo a disagio".
Le tante imprecisioni nel racconto di Cicinho
La storia è davvero suggestiva, ma è strapiena di cose non vere: dando per buono che Cicinho si riferisse alla sconfitta della Roma per 4-1 in casa dell'Atalanta (26 febbraio 2012, una disfatta in cui la squadra giallorossa perse anche la testa, con le espulsioni di Cassetti e Osvaldo), è impossibile prima di tutto che ci sia stata una resa dei conti immediata in spogliatoio, visto che Totti quel giorno era assente per squalifica e mancava anche De Rossi, lasciato fuori da Luis Enrique per un piccolo ritardo alla riunione tecnica. Ma soprattutto non c'era lo stesso Cicinho, che in quella Roma non giocava praticamente mai e vedeva poco anche la panchina: in quell'occasione a Bergamo non era neanche convocato, come spesso gli capitava.
Superando questo scoglio e volendo ancora dare credito all'esterno brasiliano, oggi 44enne, spostiamo allora il durissimo confronto a Trigoria: altri due errori sono il fatto che Heinze da quel momento non avrebbe giocato più, quando invece continuò ad essere titolare per Luis Enrique (salvo due panchine), non venendo mai sostituito quando in campo dal 1′; e ancora che il match successivo fosse dopo tre giorni, quando in realtà dopo quell'Atalanta-Roma sarebbero passati sette giorni prima del derby contro la Lazio il 4 marzo, perso 2-1 col gol decisivo di Mauri dopo che i giallorossi erano rimasti in 10 per l'espulsione di Stekelenburg al 7′.
Forse che Cicinho non si riferisse a quella partita persa con l'Atalanta ed avesse sbagliato squadra? Abbiamo allora spulciato nuovamente le partite della Roma in quella stagione, alla ricerca di una sconfitta per 1-0 in casa contro qualche altra formazione, dopo la quale collocare la vicenda: non ce n'è nessuna.
L'errore enorme che toglie completamente credibilità alla storia: Rosella Sensi e Heinze assieme, è impossibile
Ma pur volendo ‘smussare' queste imprecisioni del racconto di Cicinho per volervi trovare un nocciolo di verità, si arriva all'errore capitale che toglie la minima credibilità all'intera storia: in nessun dopo partita di quel campionato 2011/12, l'unico in cui era presente nella rosa della Roma Gabriel Heinze, è possibile che sia entrata in spogliatoio Rosella Sensi. La figlia dell'ex patron Franco aveva infatti già abbandonato la presidenza – e qualsiasi ruolo – nel club giallorosso, dimettendosi il 28 giugno 2011 durante la riunione dell'ultimo Cda targato famiglia Sensi, in seguito alla cessione agli americani. Di lì a poco – e durante l'intera stagione successiva – il nuovo presidente sarebbe stato Thomas DiBenedetto, che a sua volta avrebbe ceduto la poltrona al socio James Pallotta il 27 agosto 2012.
Non c'è dunque nessuna possibilità, indipendentemente dalla partita cui si riferisse Cicinho, che Rosella Sensi sia mai entrata nello spogliatoio della Roma trovandovi Gabriel Heinze, che sarebbe arrivato nella capitale solo dopo il suo addio al club giallorosso.