Ciccio Caputo a Fanpage: “Scartato da Campioni, ma sono il ragazzo del popolo che ce l’ha fatta”
Ciccio Caputo ha ritrovato il sorriso e il piacere di giocare a calcio. L'attaccante classe 1987 a gennaio è tornato all'Empoli dopo un anno e mezzo alla Sampdoria tra luci ed ombre, che lo hanno riportato nel club che lo ha lanciato nel ‘calcio dei grandi'. Da quando è tornato in Toscana lo score è di un gol e due assist per questo centravanti che ha mostrato sempre un grande senso del gol ma che sa muoversi su tutto il fronte offensivo per creare spazi alla squadra.
Fino a qualche anno fa Caputo sarebbe rientrato nella categoria ormai semi-scomparsa "attaccante di provincia" ma lui ha fatto meglio ed è diventato qualcosa in più: oltre a saper far gol Ciccio sa giocare con e per la squadra, riuscendo ad essere utile sia in fase realizzativa che di rifinitura. Lui stesso ha ammesso la sua crescita nel suo percorso: "Con l’esperienza tante cose che fai d’istinto dopo magari le leggi prima, per farti trovare pronto in ogni situazione".
Caputo ha toccato la Nazionale Italiana, timbrando alla prima presenza, dopo essere partito da Toritto e alla notizia convocazione è scoppiato a piangere. La sua carriera, fatta di alti e bassi, è diventata un punto di riferimento per tanti ragazzi che sognano la Serie A partendo dagli angoli più remoti del nostro paese: "Questa cosa non l’ho percepita solo al Sud ma anche al Nord. Sono il ragazzo del popolo, uno che ci ha creduto e ho raggiunto la Nazionale dopo tanti sacrifici. Non mi ha regalato niente nessuno".
Francesco Caputo a Fanpage.it ha parlato della sua scelta di tornare all'Empoli dopo l'ultimo periodo difficile alla Samp, della sua carriera dagli inizi in Puglia e del suo desiderio di incontrare il suo idolo Alex Del Piero.
Cosa l’ha portata di nuovo ad Empoli?
"Tornare ad Empoli è stata una scelta mia, voluta anche dal club, dal direttore e dal mister. Tutti insieme. Non è stato difficile, ho spinto per tornare qui perché questa maglia la sento mia e qui ho vissuto due anni fantastici“.
Lei è uno degli attaccanti che si sa muovere meglio negli spazi e nello smarcamento, oltre a fare un grande lavoro con la squadra: ci sono della qualità che Caputo ha migliorato negli anni e altre che sono rimaste intatte rispetto agli inizi?
"Negli anni si migliora sempre e con l’esperienza tante cose che facevi d’istinto dopo magari le leggi prima, per farti trovare pronto in ogni situazione".
Caputo ha conosciuto il grande calcio a Bari e nella sua Puglia, se pensiamo alla C2 col Noicattaro, ma la sua carriera è svoltata quando si è allontanato: come mai?
"Gli anni passati a Noicattaro e a Bari sono stati importanti e mi hanno dato tanto. Sicuramente dal momento che sono uscito fuori dalla mia zona comfort sono migliorato e sono felice del percorso che ho fatto".
Chi erano i suoi idoli quando ha iniziato a giocare a calcio.
"Il mio idolo in assoluto è sempre stato Alessandro Del Piero".
È vero che ha fatto il provino per il reality ‘Campioni'? Ci racconta com’è andata?
"L’ho fatto a mia insaputa, perché l’ha organizzato un mio amico d’infanzia. Ci siamo presentati là con il mio amico e i miei genitori. Un’esperienza unica e durata pochissimo, il tempo di un’ora-un’ora e mezza. Ho provato due situazioni con la palla e ho fatto una piccola intervista, poi sono stato in attesa di una chiamata che non è mai arrivata. Un’esperienza simpatica".
Oltre al grande lavoro e alla costanza di rendimento ovunque ha giocato negli ultimi anni, ci racconta chi sono stati gli allenatori che hanno contribuito di più alla sua crescita. E perché.
"In ogni squadra dove sono stato ogni allenatore mi ha dato tanto e il fatto di avere sempre un buon rapporto con loro mi ha aiutato. Andreazzoli qui ad Empoli mi ha fatto crescere anche dal punto di vista realizzativo, poi con De Zerbi ho fatto il salto di qualità perché ho toccato il massimo riuscendo ad andare anche in Nazionale con Mancini. Con De Zerbi ho visto il vero calcio, una bella idea di calcio. Zanetti ha idee molto simili e si sviluppa con dinamiche diverse ma mi piace molto. Ogni allenatore mi ha dato qualcosa, di questo ne sono sicuro".
Nel suo viaggio calcistico, partito da Toritto, è arrivata anche la Nazionale: quali sono state le sue emozioni all’esordio e dopo il primo gol in maglia azzurra?
"Le emozioni sono indescrivibili, solo chi può vivere certi momenti le può provare. Sono uniche. Al momento della convocazione sono scoppiato a piangere e me lo ricordo ancora oggi: ero solo a casa a Modena e subito ho chiamato mia moglie e i miei figli per dirglielo. Sono emozioni incredibili dopo tanti anni di sacrifici. Devo ringraziare sempre mister Mancini per avermi dato questa possibilità".
Caputo è cosciente di essere diventato un punto di riferimento importante per i ragazzi che iniziano a calcare i campi di calcio del Sud del nostro paese e che sperano di vedere la Serie A nel corso della loro carriera?
"Questa cosa non l’ho percepita solo al Sud ma anche al Nord. Sono il ragazzo del popolo, uno che ci ha creduto e ho raggiunto la Nazionale dopo tanti sacrifici. Non mi ha regalato niente nessuno e sono felice perché posso essere un esempio per i ragazzi più giovani o per quelli che vivono in realtà più difficoltosa. C’è un po’ di differenza tra crescere al Sud o al Nord, anche per le strutture e le scuole calcio che ci sono, ma credo che al meridione ci sono tanti ragazzi che possono dare tanto al calcio italiano“.
Nel 2020 ha vinto la scommessa con il suo idolo Del Piero, dopo aver segnato il 20° gol in campionato: alla fine siete andati a cena?
"Ancora no. Con Alex è partita questa scommessa quando ero al Sassuolo e il mio desiderio era quello di incontrarlo. Poi lui ha pubblicato una stories e ha detto che avrei avuto la cena pagata nel suo ristorante a Los Angeles al gol numero 20. A prescindere dalla cena spero di incontrarlo perché per me è stato sempre un punto di riferimento, un idolo, e mi farebbe piacere stringergli la mano e dargli un abbraccio".