Ciancio: “In Serie C stipendi da 1200 euro, non siamo come Cristiano Ronaldo”
Mentre il coronavirus sta mandando nel pallone il mondo del calcio, c'è chi si preoccupa del proprio destino sportivo ed economico. Come i calciatori professionisti che giocando nelle categorie inferiori, alla notizia di una possibile decurtazione degli stipendi, hanno iniziato a manifestare più di un semplice malumore. Se infatti, la filiera degli emolumenti della Serie A veleggia su svariati milioni annui e per la Serie B, la maggior parte gode comunque di contratti da decine e decine di migliaia di euro, chi corre sui campi della Lega Pro e della cadetteria spesso ha stipendi più che normali.
Chi conosce bene questa realtà sta provando a lanciare l'allarme perché si trovi una soluzione equa, un piano d'emergenza congruo alle entrate mensili dei vari calciatori facendo dei ‘distinguo' ben precisi di situazione in situazione evitando di creare problemi ulteriori a quelli già persistenti per il protrarsi dell'emergenza sociale ed economica.
Il pensiero di Ciancio, una vita in cadetteria
A scoperchiare parte del problema è Simone Ciancio, oggi 32enne a fine carriera passata prevalentemente sui campi della periferia del pallone italiano. Il difensore milita in Lega Pro, con i colori della Carrarese una delle realtà che potrebbe venire colpita dall'eventuale taglio degli stipendi. Tra le varie ipotesi, c'è anche quella del decurtare del 30% gli emolumenti mensili per diverse mensilità.
Tra i mille e i due mila euro al mese
"Noi non siamo tutti Cristiano Ronaldo, qui c'è gente che percepisce poco più di 1000 euro e chi, ancora giovane non ha nemmeno un contratto che possa definirsi tale". Una realtà che accomuna tantissimi giocatori, il maggior numero dell'intera categoria: "Solamente gli attaccanti più forti toccano i 10 mila euro mensili, la maggior parte veleggia tra i mille e i duemila euro al mese. Toglierli significa metterli in difficoltà".
La carriera corta e il sogno dell'ingaggio milionario
Il discorso di Ciancio si articola anche sulla brevità della carriera di un professionista: "Possiamo contare su 10-15 anni di attività non oltre. E non sempre a livelli che ci aspettiamo o vorremmo. I più scaltri continuano a studiare ma la maggior parte si dedica al pallone. Io al momento ho uno stipendio proporzionato alla mia carriera e non mi lamento ma a casa portiamo due stipendi comunque, io e mia moglie. Non si sa mai".