Ci sono i Mondiali, Aké fa nascere prima sua figlia per poterla vedere: “Almeno al parto c’ero”
Sarà un periodo della sua vita da ricordare questo per Nathan Aké, convocato per i suoi primi Mondiali dal Ct dell'Olanda van Gaal e diventato padre per la prima volta. Le due cose a dire il vero hanno finito per coincidere troppo da un punto di vista temporale, al punto che per poterle conciliare il 27enne difensore del Manchester City – che nell'estate del 2020 lo ha pagato ben 46 milioni di euro al Bournemouth – ha fatto una scelta non banale assieme a sua moglie.
Aké e la sua compagna Kaylee, che si sono sposati durante l'estate, hanno dunque deciso di anticipare il parto, in modo da far nascere la piccola poco prima che il centrale mancino partisse per il Qatar. In questo modo il giocatore ha potuto essere presente al parto e trascorrere un paio di giorni con la neonata prima di essere costretto ad assentarsi per alcune settimane, se non un mese nell'ipotesi – che tutti in famiglia ovviamente si augurano – che l'Olanda riesca ad arrivare fino alla finale del 18 dicembre a Lusail.
Il giocatore ha ammesso che, nonostante sia carico a molla per l'avventura dei Mondiali, sarà difficile lasciarsi alle spalle sua moglie e la piccola: "Abbiamo deciso di indurre il parto – ha spiegato Aké al Telegraph – così ho potuto essere presente. Doveva arrivare il 20, ma per quella data non c'era nessuna possibilità per me di vederla. Quindi è arrivata poco prima che me ne andassi e sono riuscito a passare un paio di giorni con la bambina prima di unirmi all'Olanda".
"Per mia moglie sarà dura e anche per me – ha continuato – I Mondiali saranno un momento fantastico, ma partire subito è difficile, non è l'ideale, ma almeno c'ero al parto. Faccio sempre tutto in una volta. Anche quando mi sono trasferito al City, erano passati solo un paio di giorni dal mio fidanzamento. Mio fratello verrà in Qatar, mia moglie deve restare in Inghilterra a causa del parto e sua madre sta con lei e il bambino. È tutto diviso, non so ancora cosa farà mia madre, penso che rimarrà in Olanda. Quindi non è come al solito".
Suo padre Moise non potrà fare né una cosa né l'altra, visto che è morto a settembre dello scorso anno, pochi minuti dopo che suo figlio aveva segnato il suo primo gol in Champions League in Manchester City-Lipsia: "Era appassionato di calcio, gli sarebbe piaciuto vedermi giocare in una Coppa del Mondo", ha detto il difensore prima che la sua voce si incrinasse per la commozione.
Adesso c'è da concentrarsi completamente sul torneo in Qatar: "Non vedo davvero l'ora. Da ragazzino guardi sempre i Mondiali, quindi andarci è qualcosa che hai sempre desiderato. Ci aspettiamo molto da noi stessi, la squadra si presenta bene quindi penso che se gareggi vuoi vincere, è lo stesso con tutto quello che facciamo e anche con la Coppa del Mondo. Ma non mi piace davvero metterci un obiettivo. Dobbiamo crescere nel torneo e poi vedere dove si arriva, ma andiamo con l'intenzione di vincerlo".