Ci risiamo, è il solito Conte anche al Tottenham: “Parlino il presidente e il direttore sportivo”
Si interrompe contro il Chelsea la striscia di imbattibilità di Antonio Conte in Premier League da quando il leccese si è seduto in corsa sulla panchina del Tottenham lo scorso 2 novembre. Erano stati 9 i risultati utili degli Spurs, battuti solo nelle coppe e rilanciatisi per un posto tra le prime quattro. La sconfitta per 2-0 incassata a Stamford Bridge stoppa la rincorsa di Kane e compagni, che tuttavia hanno ancora ben quattro partite da recuperare nel calendario completamente impazzito della Premier a causa del Covid.
Insomma il Tottenham è tuttora pienamente in lotta per qualificarsi alla prossima Champions, se si considera che il Manchester United quarto ha solo due punti in più ma anche due gare giocate in più. Ma a Conte questo non basta e nel dopo partita ha sottolineato la necessità assoluta di fare non una, ma più sessioni di mercato importanti, spendendo parecchi soldi per portare a Londra giocatori di livello top, unica via per competere per i massimi traguardi. Un discorso che i precedenti club allenati dall'ex Ct azzurro conoscono bene e che adesso si ripropone pari pari al Tottenham. Del resto chi prende Conte sa che si porta a casa tutto il pacchetto: l'animo del vincente che riesce a tirare fuori il massimo dai suoi giocatori, ma anche le continue richieste volte a migliorare la rosa.
La sconfitta contro il club campione d'Europa ha dato il la alla filippica di Conte, con tanto di destinatari indicati chiaramente per non lasciare dubbi: "Stiamo migliorando per giocare contro il Chelsea (questa è la terza sconfitta con i Blues da inizio gennaio dopo le due di coppa, ndr), ma in questo momento è molto difficile affrontare questo tipo di rosa, non squadra, perché non ha 11 giocatori, ha 22 o 23 giocatori di livello importante". L'allenatore pugliese deve ancora vedere il suo primo acquisto da quando ha sostituito Nuno Espirito Santo e da giorni si parla di un arrivo a Londra di Adama Traoré dal Wolverhampton, ma non basterebbe questo – a sentire Conte – per colmare un divario con le migliori che è ancora notevole.
"Questo non è il momento giusto per parlare davanti ai media – ha detto il tecnico quando è stato sollecitato sul tema – Il club sa benissimo quello che penso e il tempo che ci serve per colmare questo gap, perché non ci vuole una finestra di mercato per colmare il gap. Penso che negli ultimi anni questo divario sia diventato molto, molto grande e non è semplice trovare una soluzione. Vedremo, abbiamo quattro mesi per dare tutto, ma se pensiamo di poter risolvere la situazione in questa finestra di mercato non è realtà. Servono tanti anni, di sicuro si può iniziare e dobbiamo farlo, perché negli ultimi anni il livello della rosa invece di migliorare è diminuito".
Il discorso del plasmare la rosa e renderla ad immagine e somiglianza del tecnico non vale solo in entrata ma anche in uscita, visto che ci sono alcuni giocatori che in casa Spurs sembrano ormai fuori dal progetto e conseguentemente in lista di sbarco. Per il match contro il Chelsea sono rimasti fuori dai convocati in tre: Dele Alli, Tanguy Ndombele e Giovani Lo Celso. Al riguardo Conte si è rifiutato di dire se rimarranno o meno a Londra dopo il 31 gennaio: "Non voglio commentare sui singoli giocatori. Spetta al club prendere la decisione migliore sui giocatori da vendere o da comprare. Ci sono anche un direttore sportivo e un presidente con cui devo parlare. Spetta a loro l'ultima decisione. Parlino loro, non io". Chiaro e conciso, come suol dirsi.