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Chiumiento si toglie un macigno dallo stomaco: “Alla Juve ho visto cose scandalose”

Davide Chiumiento sembrava destinato ad una luminosa carriera quando neanche ventenne esordì in Serie A con la maglia della Juventus, scendendo in campo dopo pochi giorni anche in Champions League. Per tutti era “il Del Piero svizzero”, un fantasista dal talento cristallino. Ma poi accaddero cose che ne segnarono il destino per sempre: oggi racconta tutto.
A cura di Paolo Fiorenza
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C'è stato un tempo in cui Davide Chiumiento è stato "il Del Piero svizzero". È durato poco, pochissimo, eppure quegli scampoli di talento in maglia Juventus sembravano preludere a tutt'altra carriera. Svizzero di Heiden, a 16 anni è approdato nelle giovanili bianconere, poi un esordio precocissimo in Serie A quando non aveva ancora 20 anni: era l'inizio del 2004, vittoria per 3-0 contro l'Ancona. Poi dopo solo 3 giorni addirittura l'esordio in Champions League, il 9 marzo contro il Deportivo La Coruna. Nel primo caso 30 minuti in campo, nel secondo 20. Per quanto possa sembrare assurdo, resteranno le uniche due presenze in maglia bianconera della sua vita, pur essendo il suo cartellino ancora controllato per qualche anno dalla Juve: neanche un'ora totale.

La favola del "Del Piero svizzero" finisce lì, nello stesso momento in era cominciata, né in futuro il fantasista riuscirà mai a tenere fede a quel soprannome: prestito al Siena, poi via dall'Italia al Le Mans, prima del ritorno in Svizzera con Young Boys, Lucerna e Zurigo, dove ha chiuso la carriera nel 2017. In mezzo anche un'esperienza in Canada, ai Vancouver Whitecaps. Un'onesta carriera, ma nulla che potesse lontanamente avvalorare le promesse giovanili, frutto di un talento che appariva limpido agli occhi di tutti.

Chiumiento si è preso la sua parte di colpe per essersi un po' perso, ma poi ha raccontato anche un'altra verità, con accuse molto pesanti alla Juventus.

"Tecnicamente non mi sentivo inferiore per niente a tanti miei ex compagni – ha spiegato un po' di tempo fa a ‘TMW' – E lo dico con tutta l'umiltà del mondo. Mi mancava qualcosa mentalmente e poi devi avere persone vicine che devono volerti bene e una società, un procuratore che abbiano un piano carriera. La carriera non è andata come speravo, mi prendo le mie responsabilità, ma non c'entrava l'aspetto tecnico. Esordisco in Serie A e dopo tre giorni faccio anche il mio debutto in Champions, contro il Deportivo. Qualche ora prima della partita mi volevano rinnovare il contratto, ma a condizioni loro, mettendomi pressione. Per me e mio padre era tutto nuovo, venivamo da un piccolo paese in Svizzera. E la società si è approfittata della nostra ingenuità. I miei compagni della Primavera memori della mia esperienza hanno evitato questi problemi. Ho visto cose scandalose, lo dico con rammarico".

Sollecitato ulteriormente, Chiumiento è sceso nei particolari.

"Ti portavano a firmare dei contratti, ti mettevano cose dentro o cifre completamente diverse da quelle concordate. E poi un sacco di pressioni del tipo ‘se non firmi non vai da nessuna parte'. Mi sono sentito preso in giro dalle persone che facevano parte della società ed ho capito che quando non fai quello che ti dicono le porte si chiudono".

Successivamente l'ex ‘enfant prodige' svizzero è rimasto nel mondo del calcio. Respirando aria più fresca.

"Abbiamo una scuola calcio a Vancouver, ci giocano i ragazzi dai 5 anni ai 18 anni. Ci sono tanti bambini canadesi che amano il calcio. Mi piace lavorare e aiutare i giovani in campo. Vedere i talenti in giro, coltivarli. Loro sono il futuro. Nessuno in Italia ha voglia di aspettare, di crederci. Ed è un peccato. Rimpianti? Se uno è bravo fa la sua carriera. E se non ho fatto la carriera che dovevo ho sbagliato io, in certe cose evidentemente non ero pronto".

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