Chiesa ritrova la sua mattonella, la Juve batte il Monza: nei quarti di Coppa Italia sfida la Lazio
Federico Chiesa ritrova la sua mattonella e regala alla Juventus la vittoria contro il Monza. Dopo 378 giorni dall'ultima esultanza può finalmente urlare e alzare di nuovo le braccia al cielo lasciando alle spalle o brutti ricordi del lungo periodo d'infortunio. Alla squadra sono mancati i suoi guizzi finora, li ha ritrovati in una serata particolare dopo la scoppola tremenda di Napoli in campionato e il rinnovamento ai vertici del club.
L'ex viola subentra nella ripresa, quando la squadra viene irrobustita con i big rimasti fuori, e cambia il volto al match portando in dote un gol pesante, che arriva in una fase delicata dell'incontro e consegna la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Il 2 febbraio il calendario segna la sfida contro la Lazio in quella parte di tabellone che – in caso di passaggio in semifinale – annovera il confronto con Inter o Atalanta.
Non c'era Massimiliano Allegri in panchina, era seduto in tribuna per squalifica. Da lì ha assistito alla prova della Juventus rivoltata come un calzino per il turnover e imbottita di giovani. Il Monza evoca brutti ricordi ai bianconeri e si conferma avversario ostico, tant'è che quando Valoti mette dentro la palla del pareggio dopo il vantaggio di Kean ritornano tutti i fantasmi della sconfitta subita in campionato proprio contro i brianzoli. Allora avevano cambiato allenatore e Palladino, al debutto di Stroppa, si presentò baciato dalla fortuna e da tre punti che furono oro colato.
Iling, Soulé (dai suoi piedi prende spunto l'azione che porta alla rete dell'1-0), la coppia Fagioli-Miretti in mediana sono una boccata d'ossigeno e uno sguardo rivolto al futuro perché le indicazione che arrivano sono chiare: con l'insediamento del nuovo CdA inizia il tempo del risanamento, della pazienza verso quei talenti che vanno aspettati, della compattezza per uscire da questo momento difficoltà che si riverbera anche sulla squadra.
Incoraggiante. Si può definire così la prestazione offerta soprattutto nella prima porzione di gara ma l'impressione è che alla prima sbavatura possa accadere di tutto. Proprio come accaduto in occasione dell'1-1 con il Monza che spezza un tabù: non aveva mai segnato un gol sugli sviluppi di un calcio d'angolo durante la stagione, lo ha fatto allo Stadium deviando da posizione ravvicinata senza lasciare scampo a Perin.
Croce e delizia. Lo sviluppo dell'azione c'è. È la Juve a rendersi sempre pericolosa nonostante il possesso palla sia appannaggio degli ospiti ma quando arriva là davanti le mancano precisione, lucidità, quella capacità di azzannare la partita che non è nelle corde di Kean. Bellissima la palla che riceve da Danilo peccato perda l'attimo giusto lasciando a Cragno la possibilità di chiudergli lo specchio della porta. Brivido lungo la schiena e urlo strozzato in gola fanno il paio con il batticuore per la tempra che mostra il Monza: gioca senza timore e con Colpani semina scompiglio.
Da lassù Allegri capisce che è il momento di cambiare qualcosa e calare gli ‘assi' sul rettangolo verde. Locatelli prende il posto di Miretti, Chiesa quello di Soulé. La Juve aumenta l'intensità e costringe l'avversario a caricarsi di cartellini. Ma non basta ancora. E allora nella mischia vengono lanciati anche Angel Di Maria e Alex Sandro, per aggiungere esperienza, cercare di accelerare e sfruttare soprattutto i colpi dell'argentino.
Il colpo giusto, però, la trova Chiesa: destro a giro rientrando da sinistra, resistendo anche allo strattone di Antov. La palla fende l'aria arcuando la traiettoria e s'infila tra palo e rete. Gol come uno squarcio di luce: l'ex viola segna per la prima volta dopo essere rientrato dal lungo infortunio. Non assaporava il gusto della rete e dell'esultanza da un anno. La serata dello Stadium ha il dolce sapore della vittoria.