Chiesa alla Juventus, il suo nome era sul pizzino di Paratici
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Federico Chiesa… fatto. Immaginate di avere tra le mani quella lista che Fabio Paratici, uomo mercato della Juventus, lasciò distrattamente sul tavolo di un ristorante romano. Aveva scritto a penna i nomi di alcuni calciatori, indicando anche la possibile valutazione economica in sede di trattativa. Nonostante avesse strappato quel foglietto, venne ricomposto alla meglio per renderlo leggibile e così quel ‘pizzino' si trasformò in scoop di mercato considerata l'identità dei papabili. A ripensarci adesso, a distanza di oltre un anno da allora, quelle che sembravano solo delle coincidenze si sono rivelate operazioni concrete.
E proprio l'ex esterno della Viola conferma che quell'elenco smentito dal diretto interessato invece era una fonte attendibile di quel che sarebbe accaduto: 50 milioni era il costo segnato accanto al suo nome allora, la realtà odierna dei fatti resta in quel solco. Basta dare un'occhiata alla formula e alle cifre che hanno portato al compimento dell'affare: prestito oneroso biennale (3 milioni il primo anno, 7 il secondo), con diritto di riscatto fissato a 40 milioni (pagabili in tre esercizi) più 10 di bonus.
Obiettivi concreti: alcuni riusciti, altri no, altri ancora mollati per strada perché via e strategia non sempre procedono in rima baciata quando si tratta di mercato. Merih Demiral c'era e c'è così come Romero mentre Tonali è finito al Milan (nonostante l'Inter lo avesse in pugno). Zaniolo – pure lui su quella lista – è rimasto alla Roma ma non è mai uscito dai radar. Nulla da fare (almeno per adesso) per Dominik Szoboszlai, talento classe 2000 esploso con gli austriaci del Salisburgo. Muratori e Zennaro gli altri nomi che era possibile scorgere ma è un altro quello che più interessante: ovvero Savic. Non il difensore dell'Atletico Madrid ma il centrocampista della Lazio, Milinkovic-Savic. Interpretazione ambigua ma non tanto distante dalla realtà perché non è un mistero l'interesse per il serbo. Se la Juve vuole, può.