Chiellini fuori all’intervallo senza standing ovation fa arrabbiare l’Argentina: “Mancini spietato”
Italia-Argentina è stata anche e soprattutto la partita di Giorgio Chiellini. L'ultima di 117 con la maglia azzurra, tante con la fascia da capitano al braccio, un lungo percorso impreziosito dal trionfo di un anno fa a Wembley. Ironia della sorte, lo stesso teatro della sua ultima passerella. Una passerella a metà, a dire il vero. Perché il modo in cui si è chiusa la sua lunga esperienza in Nazionale ha lasciato un po' tutti interdetti. Anche tra i tifosi argentini, animati da quella passione per il calcio così profonda che porta a riconoscere la grandezza degli avversari. E Chiello è stato per tutti un grande avversario.
L'ultima partita di Chiellini con l'Italia è finita dopo 45 minuti, nell'intimità dello spogliatoio, lontano dai riflettori ma anche dagli occhi dei quasi 90mila di Wembley, che avrebbero voluto tributare un ultimo applauso al numero 3 azzurro. L'omaggio alla sua carriera internazionale si è limitato al momento alla statuetta che il presidente della Figc Gravina gli ha consegnato a pochi istanti dall'inizio della partita.
I 45 minuti trascorsi in campo non sono stati tra i più semplici della sua carriera con la Nazionale. Chiellini è stato travolto dalle folate di futbol dell'Argentina, come tutti i compagni di squadra, sopraffatto dal ritmo infernale imposto dall'Albiceleste e dalla qualità sopraffina delle giocate. In più occasioni è stato preso di infilata – come sul gol del 2-0 ad opera di Di Maria – o costretto ad interventi con le cattive, in particolare su un Messi in serata di grazia. Insomma, la sua non è stata una prestazione indimenticabile. Eppure ha sorpreso tutti non vederlo sbucare dal tunnel degli spogliatoi per iniziare la ripresa.
Un'occasione così avrebbe meritato una passerella degna, un'uscita di scena tra gli applausi del pubblico di Wembley e degli avversari, un po' come avvenuto nella sua ultima partita con la Juve. Mancini l'ha sostituito durante l'intervallo con Bastoni, più volte indicato dallo stesso Chiello come suo erede naturale. Perché? Né dal ct, né dal difensore sono arrivati chiarimenti a tal proposito. Non si è parlato di alcun problema fisico, come di una scelta concordata prima della partita.
Qualunque fosse la motivazione del cambio, tra l'altro, nulla avrebbe vietato di procedere con una sostituzione simbolica ad inizio ripresa. Solo per concedergli la standing ovation di Wembley, un tributo mancato che anche gli argentini faticano a spiegarsi. Sono stati tanti i messaggi social arrivati dall'Argentina in presa diretta, di stampo critico nei confronti di Mancini, appena si è capito che l'avventura di Chiellini in azzurro era finita negli spogliatoi.
A sintetizzarli in modo efficace il tweet di Manuel Olivari, giornalista e presentatore argentino, laconico e tagliente: "Mancini ha fatto ritirare Chiellini dalla Nazionale nello spogliatoio, uno spietato totale. Capisco che il gol di Di Maria lo abbia esposto, ma lascialo 30 secondi in campo e regalagli un applauso al momento della sostituzione, è un campione d'Europa e un calciatore storico". Un mistero che non ha alimentato alcun tipo di tensione nel clan azzurro. Chiellini è tornato in campo con il suo tipico sorriso, che ha mantenuto intatto anche dopo la sconfitta, nel corso delle analisi post-partita. Senza alcun tipo di risentimento. Quel che conta, in fondo, è stato il viaggio: lungo e bellissimo.