Chiellini fa a pezzi Rafa Leao: “Gli manca un clic in testa, non vale tutti quei soldi”
Il giudizio di Giorgio Chiellini su Rafael Leao è durissimo. Un'entrata in tackle oppure una manata galeotta in mischia avrebbero fatto meno male di parole così trancianti da parte dell'ex difensore della Nazionale. Ne è bastata una per chiarire qual è il suo pensiero sull'esterno d'attacco portoghese del Milan: lo ha definito un "subentrante" che non vale tutti quei soldi (170 milioni è il valore della clausola attivabile entro i primi 10 giorni di luglio) messi a mo' di lucchetto al suo contratto con una clausola. "Vedi Vinicius e Mbappé poi vedi lui…".
Finora agli Europei ha fatto parlare di sé per le critiche ricevute al debutto contro la Repubblica Ceca (si spense alla distanza dopo un buon inizio) e per i tentativi di simulazione che fecero sbottare Daniele ‘Lele' Adani in diretta tv, censurando quell'atteggiamento inaccettabile ("ma cosa fai! e va a segnare!"). E contro la Turchia (match vinto dai lusitani per 3-0) venne richiamato in panchina dopo 45 minuti.
Che fine ha fatto? Doveva (poteva) essere una delle stelle luminose in Germania, invece è finito dietro le quinte. A confronto, Kvicha Kvaratskhelia è un gigante per come ha trascinato la Georgia. L'analisi di Chiellini parte da una prima considerazione: la coesistenza impossibile con Cristiano Ronaldo. "Jota è molto più funzionale al suo gioco – dice a Sky – perché possono scambiarsi le posizioni. Leao invece fa sempre un tocco in più che lo manda fuori giri".
E quando la riflessione si fa approfondita per Leao sono dolori. Chiellini gli risparmia nulla, come se lo avesse davanti a sé, pronto a fermarlo senza fare troppi complimenti. "Gli mancano i numeri e le sue potenzialità almeno per adesso sono inespresse", boom… una cannonata che demolisce l'aura di grande giocatore che cosa caro.
Qual è il problema del milanista? L'ex bianconero non ha dubbi: "Non so se mai riuscirà a fare il clic nella testa". E colloca Leao in una posizione di rincalzo riducendolo alla dimensione di "bel subentrante" e non "titolare fisso" di una nazionale o di una squadra che ha ambizioni di vittoria in Europa.
La chiosa è una sciabolata tutt'altro che morbida. "Se vuoi alzare l’asticella e lo paragoni a calciatori del livello di Vincius e di Mbappé allora non ci siamo – ha aggiunto Chiellini -. Lui, a quelli che fanno vincere i trofei, non arriva. Al massimo può fare parte di una squadra che vince. Ma si tratta di due cose differenti".