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Chiellini e Balotelli di nuovo nello stesso spogliatoio: “Mi hai pugnalato ma ti voglio bene”

Il ritorno di Mario Balotelli in maglia azzurra significherà prima di tutto doversi reinserire in uno spogliatoio che lo aveva respinto negli anni scorsi come un corpo estraneo. Il capitano Chiellini era stato durissimo: “Quelli come lui sono i peggiori”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mario Balotelli è tornato tra i convocati della Nazionale italiana, sia pure solo per uno stage, dopo 3 anni e mezzo dall'ultima volta: era il settembre del 2018 quando lo stesso CT di oggi, Roberto Mancini, chiamò l'attaccante bresciano per il match di Nations League contro la Polonia. Balotelli era andato a segno qualche mese prima in amichevole contro l'Arabia Saudita e quella resta l'ultima delle sue 14 reti realizzate nelle 36 presenze messe assieme da quando esordì in azzurro 12 anni fa sotto Cesare Prandelli.

Era il 10 agosto 2010, due giorni dopo l'attaccante avrebbe compiuto 20 anni ed il giorno successivo si sarebbe trasferito dall'Inter al Manchester City del suo mentore Mancini per una trentina di milioni. Sembrava l'inizio di una storia da top mondiale ed invece sappiamo tutti come è andata. L'apice raggiunto agli Europei del 2012 con la doppietta in semifinale alla Germania, poi da lì qualche soddisfazione (l'anno e mezzo al Milan, la rinascita al Nizza) ma soprattutto parecchi bassi, ricascando nelle famigerate ‘balotellate' che ne hanno condizionato l'intera carriera, oltre ai limiti in campo che non potevano certo migliorare con l'età: individualismo, allergia allo spartito di squadra e soprattutto indifferenza quando il pallone ce l'hanno gli altri. Adesso dalla Turchia, dove il giocatore sta disputando una buona stagione con la maglia dell'Adana Demirspor (9 gol e 5 assist in 21 presenze), arrivano quei segnali Mancini aspettava.

Il CT azzurro è spalle al muro, i playoff mondiali incombono col doppio incontro di marzo (prima la Macedonia del Nord in casa, poi la vincente tra Portogallo e Turchia in trasferta) ed allora vale tutto. Anche ricordarsi di quello scapestrato con la dinamite nei piedi, oltre che naturalizzare l'ennesimo brasiliano della sua gestione, Joao Pedro, per andare alla ricerca disperata di goal. Balotelli torna a Coverciano e si troverà subito di fronte il grande vecchio dell'Italia, il leader in campo e fuori, il capitano Giorgio Chiellini. Parlare col totem juventino faccia a faccia sarà il primo passo del reinserimento in uno spogliatoio che aveva più volte fatto sapere di ritenerlo un corpo estraneo. Sulla questione era stato chiarissimo proprio lo stesso Chiellini nella sua autobiografia uscita nel 2020: parole durissime le sue, che avevano attaccato l'uomo Balotelli, prima che il calciatore.

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"Poi ci sono altri giocatori che invece proprio non sopporto – scriveva il livornese – Io non stimo chi non rispetta il gruppo, soprattutto chi non vive di emozioni e si limita a indossare una maglietta con il numero e il nome. Quelli vuoti, senza cuore, ecco, quelli sono i peggiori. Uno così, mi spiace dirlo, è Balotelli. Agli Europei 2012, con Cassano e Mario fu un inferno: io Antonio lo adoro, giocatore straordinario e persona intelligente, ma anche di difficile gestione con i suoi alti e bassi; Balotelli invece non è un buono, è una persona negativa e senza rispetto per il gruppo. (…) Le persone negative sono tali anche nello spogliatoio e lo guastano, è un contagio. (…) A volte, però, la colpa è dell’allenatore. Se dai credito e potere a certe persone, alla fine smonti gli altri".

Chiellini aveva raccontato un episodio specifico al riguardo: "Ricordo la partita di Confederations Cup contro il Brasile nel 2013, nel primo tempo soffriamo tantissimo. In quella gara Balotelli non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Nell’intervallo dissi a Prandelli: ‘Siamo uno in meno'. Lui mi rispose: ‘Tranquillo, gli parlo io'. E poi invece gli disse: ‘Scusa, Mario, se non siamo al tuo livello, se non riusciamo a farti avere palloni giocabili. Mario, dacci una mano'. Per coinvolgerlo e recuperarlo, in buona fede l’ha compatito, ma così ha distrutto noi. La partita seguente la giocammo contro la Spagna, Balotelli si fece male oppure fece finta, rimase fuori e noi ci galvanizzammo, mettemmo alla frusta gli spagnoli con Candreva, Marchisio e Gilardino davanti, quella stessa Spagna che un anno prima ci aveva fatti a pezzi. Alla fine perdemmo ai rigori, ma questo non conta".

Poi c'era anche la disistima tecnica per un giocatore ritenuto sopravvalutato: "Eppure, per qualcuno Balotelli era tra i primi cinque attaccanti al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti, me ne accorgevo in allenamento. Cassano, lui sì aveva i tempi del calcio, è diverso dagli altri. Balotelli ha solo il tiro. (…) Il calciatore non è un diavolo né un santo, la distinzione da fare piuttosto è un’altra, ovvero tra quelli veri e quelli falsi". Dichiarazioni davvero piene di disprezzo, che tuttavia erano state il prologo ad una sorprendente pace apparecchiata qualche tempo dopo da Le Iene.

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Gli inviati del programma televisivo erano andati infatti da Balotelli ad interpellarlo sulle parole contenute nel libro di Chiellini e lui aveva accettato di fare un gesto di pace verso il capitano della Juventus, scrivendogli una dedica di suo pugno su una maglietta. "Anche se inaspettatamente mi hai pugnalato alle spalle, ti voglio comunque bene, abbraccio, grande!", aveva scritto Super Mario, aggiungendo che per lui non c'era voglia di spruzzare veleno sulla vicenda: "Per me è finita qua la storia, non ho problemi. Non so perché lo abbia scritto, ma secondo me gli è uscita male la frase".

Le Iene si erano poi recate a Torino per parlare con Chiellini e recapitargli la maglietta con dedica di Balotelli ed avevano trovato anche lì una porta spalancata, a dispetto delle frasi dure contenute nella biografia: "Mario di nuovo in Nazionale? Ragazzi sarebbe un piacere! Io non ho mica problemi! Ho scritto che è una persona negativa? Ci sono state situazioni in cui lo è stato". Poi il difensore toscano aveva letto la dedica – "sono sorpreso piacevolmente" ed aveva accettato di fare una videochiamata col bresciano.

Lì il clima si era subito scongelato, grazie in primis alla schiettezza di Balotelli, subito raccolta da Chiellini: "È la prima volta in vita mia che il casino l'hai fatto tu e non l'ho fatto io!", "Ero invidioso! Perché nella vita per migliorare bisogna sbagliare", "Fare pace? Ma non c’è mai stata la guerra ragazzi, ve l'ho già detto!", "Ci sono stati degli screzi, a me dispiace ma qualcosa dovevo dire, Mario, poi ti avrei scritto fra un po', te lo dirò di persona, più avanti. Ero indeciso se metterlo, però non raccontare nulla è brutto, mi sembrava da falso e ipocrita. Grazie per la maglietta! Questa la tengo per davvero!".

"Io ho risposto soprattutto perché da Giorgio non me l'aspettavo, nel senso che non sono una persona negativa, sono uno che scherza sempre, ti ho risposto perché ti voglio bene, perché se non me ne fregasse niente non avrei mai risposto", aveva aggiunto Balotelli, Poi Chiellini aveva chiuso la questione: "Miglioriamo tutti con gli anni, vedi? Sono passati tanti anni, siamo pronti a scrivere un'altra pagina del prossimo libro". Ed aveva a sua volta scritto una dedica per l'attaccante su una copia del suo libro: "A Mario, sbagliando ho imparato tanto e continuo a farlo giorno dopo giorno. Ti auguro il meglio, e spero di vederti presto in campo!". A distanza di un anno e mezzo da quella videochiamata è arrivato il momento di un abbraccio dal vivo tra Chiellini e Balotelli: per il bene dell'Italia e per non guardare un altro Mondiale in TV.

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