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Chicharito Hernandez: “Incredibile che paghino tanto noi calciatori e non chi cerca la cura per il virus”

Chicharito Hernandez, attaccante dei Los Angeles Galaxy, si è reso protagonista di una riflessione sulla disparità di trattamento economico tra i calciatori e il personale medico in prima linea nella lotta al Coronavirus: “Spero che dopo tutto questo si capisca quanta disuguaglianza c’è nel mondo”.
A cura di Redazione Sport
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Javier Hernandez, meglio conosciuto in tutto il mondo come Chicharito, è una vera celebrità in Messico. È stato uno dei pochi calciatori messicani capaci di imporsi in Europa ad alti livelli, indossando – tra le altre – le maglie di Real Madrid e Manchester United. Da qualche mese ha lasciato il ‘vecchio continente' per iniziare una nuova avventura, nella MLS con la maglia dei Los Angeles Galaxy, dove ha preso il posto di Zlatan Ibrahimovic.

Il Coronavirus è arrivato anche negli Stati Uniti e sta condizionando la vita quotidiana, così come in Italia. Al punto da indurre Chicharito a riflessioni profonde, che rimettono in discussione quel sistema economico su cui si poggia il mondo del calcio – e non solo. Ne ha parlato nel corso di un'intervista su Youtube con Sofia Niño de Rivera, personaggio molto popolare in Messico.

"Spero che quando tutto tornerà alla normalità la nostra sarà una realtà migliore. Spero che tutte quelle persone che stanno a livelli estremamente alti possano imparare da questa situazione e ci sia meno disuguaglianza in ogni modo. È incredibile che mi paghino così tanto per giocare a calcio mentre le persone che cercano di trovare una cura contro un male che sta fermando il mondo non stanno guadagnando nulla"

Anche il campionato americano si è fermato, così come gli allenamenti anche dello sport professionistico. Una realtà a cui anche Chicharito si è adattato.

"Ovviamente mi manca il calcio, mi manca l'allenamento, ma cerco di attenermi alle disposizioni. Non spetta a me decidere quando tornare a giocare o ad allenarci, mi limito ad accettare le decisioni. A volte capita di svegliarmi e pensare di prendere l'auto e andare all'allenamento, ma poi torno in me".

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