Chi può essere il nuovo allenatore del Napoli dopo il possibile esonero di Garcia: tre nomi
La sconfitta del Napoli in casa contro l'Empoli dà una spallata alla panchina di Rudi Garcia. L'esonero dell'allenatore, già ventilato un mese fa salvo il tentativo estremo da parte del presidente di ricucire la tela di un rapporto ai saldatosi tra squadra e tecnico, è l'ipotesi ormai sicura.
Nelle prossime ore inizieranno anche gli incontri per il casting di riparazione: Tudor (che chiede un contratto più lungo rispetto a un semplice ruolo di transizione), Mazzarri (che da traghettatore si giocherebbe una carta importante per rientrare nel giro che conta) i nomi più gettonati al momento. Con il croato che appare in vantaggio, è atteso dall'incontro che può essere decisivo. E il silenzio stampa decretato dal club dice molto della situazione di subbuglio in cui versa la squadra: bocche cucite, porte dello spogliatoio serrate.
È il momento delle decisioni solenni, di quelle che prendi una volta e tira un riga su, ora e per sempre. Che sia un traghettatore (condizione più plausibile) oppure che in corsa salti sul treno dei campioni d'Italia una figura a cui affidare già il futuro lo si saprà con certezza nelle prossime ore. Il patron ha lasciato lo stadio prima del fischio finale della sfida persa tra le mura amiche. Aveva visto già abbastanza. Ma non è andato a confrontarsi coi giocatori, ci sono riflessioni ben più importanti e decisive da prendere assieme ai suoi collaboratori. Ci era sceso alla fine del primo tempo ma anche questa mossa, quasi disperata, di dare una scossa s'è rivelata vana.
Chi può arrivare al posto del francese? La presenza in tribuna di Paolo e Fabio Cannavaro, seduti non molti distante da Aurelio De Laurentiis, hanno aggiunto il nome dell'ex difensore campione del mondo a Berlino 2006 e Pallone d'Oro in calce alla lista dei candidati a prendere le redini di un gruppo che ha smarrito se stesso. È napoletano, fattore tutt'altro che trascurabile per rinsaldare la fiducia del popolo azzurro intorno al suo incarico e al compito che lo attende. Può essere il colpo a sorpresa anche se con poca esperienza in panchina.
Ma le preferenze e le valutazioni, al netto di richieste e intenzioni reciproche, si dirigono in differenti direzioni. Due in particolare i profili che sono più di un passo in avanti. Igor Tudor, ex Verona e Udinese, reduce dalla recente esperienza di Marsiglia, è il profilo che sembra avere maggiori quotazioni: il nome del croato era emerso già un mese fa (quando la posizione di Garcia sembrò già incrinata in maniera irreversibile) poi la scelta conservativa del patron ha raffreddato quella pista.
AdL credeva di riuscire a convincere Antonio Conte, ma il suo no a subentrare in situazioni del genere (oltre all'opportunità di un'intesa tra domanda e offerta e sancire i termini dell'accordo) ha indotto il presidente a restare sui propri passi, chiamando in causa i senatori e i ‘saggi' della rosa chiedendo loro uno sforzo in nome anche del titolo tricolore cucito sul petto. Attenzione, però, a improvvisi ritorni di fiamma nel caso il presidente tentasse l'all-in con l'ex ct della Nazionale.
Walter Mazzarri, ex che ha manifestato entusiasmo in attesa della chiamata fatidica, pure è stata opzione presa in grande considerazione ed è ritenuto – anche per i precedenti in azzurro – un'opportunità valida, da non escludere.
Un mese pieno di vicinanza fisica, emotiva, ‘tecnica' del massimo dirigente, che s'è trasferito nel quartier generale dei partenopei, ha dialogato con tutti, provato a ricucire quel che poteva, s'è piazzato alle spalle del tecnico transalpino facendogli ombra (di fatto, lo ha commissariato) ha portato al disastro con i toscani. Non c'è altro da aggiungere, il cerino è in mano a lui. Come sempre, ora più che mai.
I fischi a Rudi Garcia al momento della lettura delle formazioni erano stati già indicativi. Fuori Kvara e Zielinski, modulo rivoluzionato e clima di sfiducia che s'è respirato profondamente fino a quando Kovalenko non ha messo dentro una rete esiziale Il Maradona s'era già schierato: unico responsabile dello sfascio in cui è precipitato il Napoli campione d'Italia è considerato il tecnico e non chi l'ha scelto. Il primo può saltare in qualsiasi momento, il secondo no. È il proprietario del giocattolo, colui che l'ha avuto tra le mani convinto che, al netto degli addii di Spalletti e Giuntoli, avrebbe potuto dimostrare che gestendo tutto da solo avrebbe chiarito al mondo intero la reale paternità dei meriti di uno scudetto giunto 33 anni dopo Maradona. Ma il copione gli è sfuggito di mano.