“Chi non è nato in Italia non merita la Nazionale”: Mancini ha cambiato idea su Jorginho & Co
L'Italia ieri sera ha assistito a Coverciano alla partita tra Belgio e Portogallo che ha visto i Diavoli Rossi qualificarsi per i quarti di finale degli Europei dove affronteranno proprio gli azzurri. Non immaginate la classica sessione tattica in video, la serata è stata apparecchiata in maniera completamente diversa: maxi schermo allestito ad hoc all'aperto e grigliata di gruppo, per concedersi il meritato ‘sgarro' a tavola dopo i sacrifici fatti per arrivare fin qui.
Un gruppo granitico quello della Nazionale di Roberto Mancini, dallo staff con amarcord sampdoriano – ci sono Vialli, Lombardo, Salsano, Evani e Nuciari – fino alla squadra intera, come mostrano le esultanze di massa in occasione delle reti azzurre. L'abilità del CT jesino è stata anche questa, oltre alla qualità del gioco espresso che si è tradotta in una striscia di risultati record per il calcio italiano.
Uno degli insostituibili nella formazione azzurra è sicuramente Jorginho: corsa, geometrie, intercetti, il metronomo del Chelsea è il cuore pulsante che dà il battito all'Italia. Su di lui – come su Rafael Toloi ed Emerson Palmieri, anch'essi convocati per gli Europei – Roberto Mancini ha cambiato completamente idea nello spazio di qualche anno.
Era il marzo del 2015 e l'allora CT Antonio Conte aveva inserito nella sua lista dei convocati per il doppio appuntamento della Nazionale contro Bulgaria e Inghilterra i due ‘oriundi' Eder e Vazquez. La cosa non era piaciuta a Mancini, che a quell'epoca sedeva sulla panchina dell'Inter: "La Nazionale italiana deve essere italiana. Penso che un giocatore italiano meriti di giocare in Nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non lo meriti. È la mia opinione".
Parole cui aveva replicato piccato Conte: "Si può fare sempre polemica attorno alla Nazionale o anche, come succede, attorno a me. Io dico che non sono il primo né l'ultimo a fare questo tipo di convocazioni, queste sono le regole, questo è il calcio. Penso che in passato abbiano fatto parte della Nazionale diversi calciatori oriundi, Camoranesi è stato campione del mondo, ma penso anche a Thiago Motta, Paletta, Ledesma ed Amauri. All'ultimo Mondiale, su 786 giocatori, 83 erano oriundi. Queste sono le regole, questo è il calcio".
Da allora evidentemente Mancini ha completamente rivisto le sue posizioni – a tutto vantaggio della nostra Nazionale – arrivando a schierare contemporaneamente dal 1′ Jorginho, Toloi ed Emerson nella terza gara del girone degli Europei contro il Galles. L'ambiziosa Italia ha bisogno anche di loro: tutti uniti verso la metà.