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Chi fa più gol partendo dalla panchina: da Muriel a Caicedo, ecco i “jolly” della Serie A

Da Caicedo della Lazio, uno dei segreti della grande stagione biancoceleste, passando per le qualità del colombiano Muriel nel perfetto meccanismo offensivo dell’Atalanta fino allo svedese Cornelius del Parma, ecco quali sono i migliori jolly del campionato. Quelli che entrano, segnano e risolvono la partita.
A cura di Salvatore Parente
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Nel basket americano si chiamerebbero migliori sesti uomini, quei cestisti in grado di fare la differenza pur non partendo nel quintetto titolare. Nel calcio, spesso, lì si definisce jolly. Senza compromettere la sostanza del concetto, del ruolo e del loro inestimabile contributo. E così, da Caicedo a Cornelius a Muriel scopriamo insieme i migliori subentranti del nostro massimo campionato.

il rendimento offensivo dei migliori jolly della Serie A (whoscored.com)
il rendimento offensivo dei migliori jolly della Serie A (whoscored.com)

Muriel, inestimabile risorsa a partita in corso

In estate, quando il colombiano è arrivato a Bergamo in molti si chiedevano quale sarebbe stato il suo ruolo. Inserirlo in uno spartito offensivo pressoché perfetto sembrava impresa difficile. Chi togliere? Chi far sedere in panchina fra Duvan, Ilicic e Gomez? Ebbene il colombiano si è adattato al meglio interpretando ciascun ruolo il saggio Gasperini gli ha sin qui affidato: seconda punta, prima e trequartista largo a sinistra.

Venti gare in campionato, meno della metà, 9, dal primo minuto e poi 11 ingressi da subentrante. Però di valore. Undici ingressi conditi da 6 reti, alcune anche pesanti, capaci di portarlo al top di questa specifica graduatoria. In attesa di definirgli un ruolo, di appiccicargli un’etichetta, con Zapata al momento titolarissimo, lui si accontenta di fare il jolly con 6 gol dalla panchina ed altrettanti da titolare.

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Cornelius che sorpresa, altro che vice Inglese

Due anni fa Cornelius fu acquistato dal Parma in prestito biennale con obbligo di riscatto dall’Atalanta per fare il vice-Inglese, oggi, complici gli infortuni dell’ex Napoli, l’attaccante svedese non solo fa il titolare ma anche la differenza. Otto gol in 15 presenze in campionato, una rete ogni 98’ di gioco, il 25% del fatturato totale di squadra partecipando alle fortune degli emiliani partendo da titolare solo nel 32% dei casi. Che, in soldoni, significa appena sette match dall’inizio e otto a partita in corso. Con queste ultime che hanno portato 5 reti in dote con una tripletta al Genoa, 1 realizzazione al Lecce e un’altra alla Juventus. Insomma, da comprimario a protagonista, per Cornelius è un attimo.

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Caicedo chiude il podio a quota 4. Rebic a 3 gol

Altra sorpresa, altra pesca importante per un colpo passato troppo in sordina. Oggi, quei 2.5 milioni di euro elargiti dalla Lazio all’Espanyol per avere Caicedo sono benedetti. Non gioca Correa? Che problema c’è, l’ecuadoriano è pronto a metterci il suo mattoncino. Gioca male il Tucu o lo stesso Immobile? Nessun problema entra Caicedo. Che con questo suo vestito da moderno Altafini, da nuovo Montella ma anche da rincalzo di lusso sta facendo sfracelli.

Tre assist e 7 segnature, una firma ogni 85’ di gioco e ben 4 reti nelle 9 gare da subentrato. Mica male, anzi. Rebic, infine, prima dei tanti calciatori subentrati appaiati a quota 2 gol, come Falco, Vlahovic, Stepinski, Pazzini, Pessina, Mkhitaryan, Berenguer e Higuain si piazza ai piedi del podio a quota 3. Tutti da quando è arrivato Ibrahimovic, tutti, nell’ultimo periodo.

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