Chi è Matija Popovic, il gigante serbo che ha scelto il Napoli: una caratteristica lo rende unico
Matija Popovic ha 18 anni e il Napoli, che s'è fiondato portando avanti l'operazione a costo zero, ha deciso di scommettere su di lui. Le visite mediche a Villa Stuart, a Roma, segnano di fatto l'inizio della nuova esperienza in Italia: non farà subito parte della rosa degli azzurri ma andrà in prestito al Frosinone, dove avrà la possibilità di ‘prendere confidenza' con la realtà della Serie A e di un campionato che ha prediletto quale destinazione attuale rispetto alle voci su Bayern Monaco, Manchester City e Porto.
Da queste parti era stato il Milan a mettere gli occhi su di lui ma, complice il mancato affondo da parte dei rossoneri, la sua carriera deviato (per adesso) verso un'altra direzione. Un talento, così è stato definito per quanto messo in mostra nel settore giovanile del Partizan Belgrado. I numeri (non sono quelli esibiti in campo) ne sottolineano le capacità: nell'ultima stagione, prima che a fine dicembre entrasse in lista di svincolo per il mancato rinnovo, è stato uno dei migliori nel torneo di categoria giocato con il club di Belgrado (21 gol e 5 assist in 25 presenze nella Kadetska liga).
Anche in nazionale è riuscito a brillare. Basta dare un'occhiata all'Europeo Under 17 dello scorso anno: azionando il rewind si può tornare alle prestazioni contro Italia e Spagna: suoi gli assist decisivi serviti nelle due sfide.
Il Napoli confida che faccia lo stesso percorso di Kvaratskhelia che da sconosciuto è diventato uno dei calciatori più importanti nel panorama continentale. Riuscirà il ragazzo serbo ad avere lo stesso impatto? Intanto, avrà a disposizione di un periodo di adattamento in Ciociaria poi toccherà al prossimo allenatore degli azzurri decidere se puntare subito su di lui oppure lasciarlo ancora in prestito.
Una caratteristica lo rende unico. Nel reparto offensivo, al netto della stazza, Popovic è un calciatore dotato di una buona velocità e altrettanta rapidità di esecuzione che – come evidenziato in gara – abbina a una tecnica individuale non comune. Non è il classico giocatore macchinoso a causa del fisico e delle lunghe leve, tant'è che può essere schierato da trequartista, a destra (piede di calcio) in un tridente d'attacco o addirittura da punta centrale. Un jolly che, all'occorrenza, sa destreggiarsi anche nella posizione di mezzala: sa creare occasioni ma anche buttarla dentro. E il Napoli (dopo aver piazzato i colpi Mazzocchi, Traoré e Ngonge) spera che sia un altro gioiello da mettere in cassaforte.