Chi è madame Rabiot, la donna più temuta del calcio francese (che ha frenato anche la Juve sul mercato)
Il caso di Adrien Rabiot è forse il più emblematico di una relazione di dipendenza quasi totale verso una madre da parte di un ragazzo ormai più vicino ai 30 anni che ai 20. In un mondo nel quale ogni calciatore è accompagnato da un agente fin dall'adolescenza, quello del centrocampista francese è un caso più unico che raro, ed è dovuto alla forte tempra di una madre che lo ha cresciuto quasi da sola, cercando così di tenergli la mano durante lo sviluppo della sua carriera.
In seguito all'ictus del padre Michel Provost, avvenuto nel 2007, Veronique Rabiot ha capito subito di dover prendere in mano le redini della sua famiglia, usando la forza della necessità per la tragica situazione relativa al marito, rimasto paralizzato. Il talento del dodicenne Adrien era già conosciuto nella provincia parigina, e l'esperienza di sei mesi al Manchester City, un anno dopo l'incidente al padre, servì al calciatore e alla madre stessa per crescere. Eccessivamente protettiva verso il proprio figlio, Veronique sfruttò una scaltrezza innata per promuovere la carriera del suo rampollo, e fu anche grazie ai suoi buoni uffici che nel 2012, prima ancora che compisse la maggiore età, lo fece entrare nelle giovanili del Paris Saint Germain.
All'epoca il giovane calciatore portava già il cognome della madre, la quale iniziò spesso a farsi vedere al centro di allenamento per marcare il territorio, come ricorda un membro del club. L'influenza di Veronique su Adrien era totale, e le malelingue sul fatto che questa nuova recluta non fosse altro che un principino raccomandato si rincorrevano tra i corridoi del Camp des Loges, il quartier generale del Psg.
"Madame Rabiot è il tipico genitore pieno di buone intenzioni nella gestione del proprio figlio, il quale però finisce col peggiorare le cose invece di migliorarle". Questa voce proveniente dall'ambiente locale è senza dubbio una delle più indicate a descrivere il carattere di Veronique, il cui acume e la cui arroganza hanno da sempre contraddistinto le trattative nelle quali era coinvolto il figlio. Simbolica fu la prima trattativa di rinnovo con il Psg nell'estate del 2014, quando madame Rabiot fu protagonista di una serie di alterchi con i dirigenti del club parigino.
La tempesta perfetta, tuttavia, avrebbe avuto luogo nella primavera del 2019, quando il centrocampista fu messo fuori rosa per non aver accettato l'offerta di rinnovo dell'allora direttore sportivo Antero Henrique, provocando la reazione di Veronique: "Mio figlio è ostaggio del Psg, a breve lo terranno a pane e acqua". Con il vincolo in scadenza in estate, Rabiot fu beccato in discoteca dopo l'eliminazione dei parigini agli ottavi di finale contro il Manchester United, creando così una spaccatura enorme nello spogliatoio.
Quanto accaduto recentemente proprio con lo United, al quale la ‘dame de fer' d'oltralpe ha richiesto uno stipendio di nove milioni netti all'anno (due in più di quanto percepito alla Juve, rimasta impaludata dalla mancata cessione) più 10 di commissione, è solo l'ultimo esempio di una donna dal carattere irreprensibile e dedita a curare gli interessi del figlio. Indimenticabile, poi, il diverbio con Wilfried Mbappé, padre di Kylian, dopo l'errore decisivo di quest'ultimo dal dischetto che eliminò la Francia agli ottavi dell'Euro 2020 contro la Svizzera. Veronique aveva raccomandato in modo piuttosto energico Mbappé padre di mettere in riga il figlio, colpevole di aver calciato con troppa sufficienza. La donna più temuta del calcio francese non fa mai sconti.