Chi è l’ex calciatore dell’Inter che ha informato la vera talpa di Corona sulle scommesse
Il filo rosso delle soffiate fatte a Fabrizio Corona porta in Liguria e aiuta a orientarsi nel groviglio di rivelazioni, amicizie e agganci, complicità presunte che rendono florido il sottobosco di informazioni dal quale l'ex re dei paparazzi attinge a piene mani per gli scoop sul caso delle scommesse e sull'identità dei calciatori coinvolti.
L'inchiesta è nata a Torino, con la Procura inizialmente sulle tracce di un circuito di giocate effettuate su piattaforme illegali per ricostruire eventuali contaminazioni della criminalità organizzata, ma è finita sotto i riflettori per la posizione di Nicolò Fagioli e per le rivelazioni bomba dell'ex re dei paparazzi attraverso il suo sito (Dillinger News) e poi i programmi della Rai di cui è stato ospite.
L'ultima apparizione in ordine di tempo risale martedì sera, quando ad Avanti Popolo (condotta da Nunzia De Girolamo) tutti attendevano che dal vaso di Pandora in suo possesso traesse audio, video, prove (a cui ha sempre fatto riferimento, in particolare parlando di Zalewski, non ufficialmente indagato) che aggiungessero altri tasselli al mosaico.
Lo sfogo su Instagram successivo alla puntata è servito a Corona per giustificarsi rispetto a quell'intervento, tanto strombazzato quanto fumoso considerata la mole di chiacchiere propinata su cose già note, e fare da prologo rispetto a quanto concesso a Valerio Staffelli. Lui riceve il Tapiro d'Oro, l'inviato di Striscia la Notizia porta a casa i nomi di El Shaarawy della Roma, Gatti della Juventus e Casale della Lazio citati dall'interlocutore che mostra un video nel quale sembrano discutere di scommesse.
Ma non è finita. Perché il pezzo forte, qualcosa per cui è (forse) valsa la pena di ascoltare l'episodio in tv, è la ricostruzione che articola su Nicolò Zaniolo. L'ex giocatore dei giallorossi è l'unico (rispetto a Tonali e a Fagioli che hanno già collaborato con i magistrati e, contestualmente, con la Procura federale) dei tesserati ufficialmente indagati a non essere stato ascoltato dagli inquirenti e a restare fermo su una posizione che, per adesso, lo tiene al riparo da eventuali ricadute a livello sportivo. È quella indicata dal suo legale: ha ammesso di aver giocato a blackjack e a poker, non sul calcio.
Dettaglio contestato da Corona che invece lo ritiene responsabile quanto gli altri al punto – in base al materiale a disposizione raccolto in una chiavetta usb – da sostenere che abbia puntato perfino sulla Roma, quando era in panchina durante una gara di Coppa Italia. Ma quella non sarebbe stata l'unica occasione e qui entra in gioco la figura del confidente attendibile, il delatore che sarebbe la chiave di volta per alzare il velo anche sull'ex romanista.
Chi è questa persona? Non lo zio di Davide Santon (ex Inter), costretto a smentire la prima versione emersa per le pressioni subite, ma Maurizio Petra, 55 anni, con precedenti penali, che si trova a La Spezia, laddove è Zaniolo è cresciuto. "Ho sentito Fabrizio Corona anche poco fa – si legge nell'articolo de Il Secolo XIX -. Le cose che gli ho detto sono vere e possono essere verificate. Perché l'ho fatto? Non per soldi ma per aiutare mio nipote, Antonio Esposito, che è a conoscenza di puntate illecite fatte da calciatori".
I tasselli sembrano coincidere. Basta fare un salto indietro di qualche ora/giorno e riannodare i fili con quanto dichiarato da Corona a Radio Radio (citò l'informatore "a La Spezia" e le "prove oggettive" fornitegli per proteggere il familiare) e il riferimento al video nel quale la persona misteriosa (Petra, ndr) spiega che il nipote "ha sempre giocato per Zaniolo. Gli mandava il suo pin, il suo codice iban, gli diceva quello che doveva giocare. E lui giocava. Chi decideva su cosa scommettere? Nicolò. Su partite di calcio italiano? Sì".
Il nipote menzionato è Antonio Esposito, 33 anni, ex centrocampista dell'Inter che nel calcio dei big non ha mai sfondato (oggi gioca in un club dei dilettanti dal quale è stato momentaneamente sospeso), lo ha solo sfiorato in quel 2010 trionfale per la storia dei nerazzurri con il triplete. Non ha avuto fortuna ma nel mondo del pallone è rimasto studiando da procuratore e divenendo una sorta di stretto collaboratore di Zaniolo.
Da quando si conoscono e sarebbe iniziato il loro sodalizio? È a La Spezia che si sono conosciuti e hanno stretto un legame abbastanza forte da resistere nel tempo, almeno fino a quando Nicolò ha indossato la maglia della Roma. Poi qualcosa è cambiato dopo i trasferimenti al Galatasaray e all'Aston Villa del calciatore della Nazionale.
Nel video di Corona si ascolta ancora: "Mio nipote poi fa delle ca..ate e decide di fare il banco a prendere il calcio clandestino a Roma. Giocava con i soldi di Zaniolo? Sì sì lui è sempre stato ludopatico. Con quel business mio nipote è andato fuori di 200mila euro. Mio nipote mi ha raccontato tutto dicendo di essere nella mer.a e io gli ho detto: vai da Zaniolo e digli di aiutarti". Cosa sarebbe successo dopo? "La mamma di Zaniolo si è messa in mezzo vietando i contatti con mio nipote che era in difficoltà. E lo hanno menato. Chi è stato non lo so, ci sono due denunce in questura del padre".
Non è escluso che, alla luce degli ultimi fatti emersi (sulla cui veridicità servono riscontri oggettivi) dalla Procura di Torino decidano di fare accertamenti anche sul rapporto tra Esposito e Zaniolo. Suo zio ha raccontato a Corona il dietro le quinte della dimensione delle scommesse illegali e gli ha parlato del coinvolgimento anche di altri calciatori. Lo ha fatto per alzare uno scudo dietro il quale difendere il nipote. Che sia vero oppure no quanto affermato lo scoprirà la magistratura.