Chi è Joao Sacramento, il vice di Mourinho che proverà a imporsi nello spogliatoio della Roma
Lo sbarco di José Mourinho a Roma per cominciare la sua nuova avventura con la società giallorossa è imminente. Lo Special One porterà con sé uno staff completo, che ha arricchito, a partire dalla sua ultima esperienza sulla panchina del Tottenham, con il connazionale Joao Sacramento, diventato il suo vice allenatore a seguito dell'addio a Rui Faria, dopo 17 anni di convivenza.
32 anni compiuti lo scorso 31 gennaio, Joao Sacramento ha una storia simile a quella del suo capo. Ha lasciato molto presto la carriera da calciatore per intraprendere quella da allenatore, come aveva fatto Mou e colui che per qualche tempo ne è stato l'assistente, quell'André Villas-Boas che prometteva di avere una carriera di altissimo livello e che, invece, si è perso molto presto. Appurato che non potesse avere un futuro nel calcio giocato, Joao si è dedicato anima e corpo agli studi per diventare tecnico. Per questo motivo, si è trasferito giovanissimo in Galles, dove ha conseguito una laurea specialistica in calcio presso l'Università di Glamorgan. È proprio durante quest'esperienza che avviene il suo primo contatto con Mourinho, come raccontato da Steve Savage, capo dell'area sportiva dell'istituto:
Joao ha svolto un'analisi del lavoro di José, riguardo la sua filosofia, la sua visione del gioco, il suo uso del concetto di periodizzazione tattica, e gliel'ha inviata, spiegandogli come amasse quello che stava facendo. Mourinho ha potuto constatare chiaramente che il ragazzo sapesse il fatto suo e gli ha risposto: "Grazie, molto interessante". Questo è stato il loro primo contatto.
Fin da subito, in Galles, si accorgono della determinazione di Sacramento, che è deciso a far parte del mondo del calcio a qualunque costo e ha le idee chiarissime fin da quando è giovane, come spiega ancora Savage:
Quando è arrivato, ci ha detto che avrebbe lavorato per un club di Champions League. Questa era la sua ambizione, aveva già pianificato tutto. Era molto determinato già all'epoca, aveva un'etica del lavoro fenomenale ed era completamente concentrato nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Ben presto, oltre alla determinazione, emergono anche le sue conoscenze e competenze, impressionanti per un ragazzo di quell'età, che Steve Savage non può fare a meno di notare:
È sempre stato chiaro che avesse una reale comprensione del calcio. La sua attenzione ai dettagli, le sue analisi degli avversari erano spaventose. Lavorava instancabilmente, a volte anche 16 o 20 ore di seguito, per trovare dei difetti negli avversari e capire il modo migliore per vincere le partite.
La carriera in Francia, dal Monaco al rapporto difficile con Bielsa al Lille
Completati gli studi in Galles, diventa assistente sia di Gary Speed sia di Chris Coleman, c.t. della nazionale dei Dragoni, prima di ricevere una chiamata dal Monaco, in Francia. Nel 2014, a 25 anni, si trasferisce quindi nel Principato, dove inizia come osservatore per poi lavorare sempre più a stretto contatto con i tecnici, prima Claudio Ranieri e successivamente Leonardo Jardim. I suoi primi approcci quotidiani con uno spogliatoio di quel livello sono agevolati dall'empatia che riesce a creare con i giocatori, nonostante sia più giovane di molti di loro, come ha raccontato da David Adams, oggi direttore tecnico della federazione gallese, definito da Sacramento come suo padre nel mondo del calcio:
Non aveva problemi con l'aspetto riguardante l'età. Non la vedeva come una barriera e aveva il pieno rispetto dei suoi coetanei perché era premuroso, meticoloso e sensibile con i suoi calciatori. Se metti in mostra le tue conoscenze e i giocatori capiscono che li stai aiutando, inevitabilmente ti rispetteranno.
Le capacità di Joao attirano Luis Campos, direttore sportivo del Lille e grande amico di Mourinho, che lo vuole con sé nello staff dei Dogues. Diventa, così, vice allenatore del Loco Marcelo Bielsa, con cui vive un periodo difficile ma formativo, su cui si sofferma ancora Adams:
Bielsa aveva un modo di lavorare durissimo. Joao lavorava per ore sotto il sole, alzandosi molto presto per impostare perfettamente le attività che aveva in mente El Loco. Si è trattato di un momento difficile, ma allo stesso tempo gli è servito molto. Ha avuto la possibilità di confrontarsi con un altro modo di lavorare.
In realtà, un dipendente del Lille, che ha preferito restare anonimo, ha raccontato come il rapporto tra i due non fosse esattamente idilliaco, in quanto Bielsa reputava Sacramento il braccio destro di Campos e aveva paura che interferisse con il suo lavoro. L'avventura del Loco sulla panchina dei Dogues finisce presto e al suo posto arriva Christophe Galtier, con cui Joao lavora per poco più di due stagioni, fino al 19 novembre 2019, quando non riesce a dire di no alla chiamata di quello che ha sempre considerato il suo idolo, José Mourinho. A legarli, come spiegato da Adams, è una metodologia chiamata periodizzazione tattica, nella quale si integrano l'allenamento fisico con il lavoro tecnico e tattico, che è alla base del lavoro di Mourinho e che Sacramento conosce molto bene.
Il periodo al Tottenham e l'impopolarità nello spogliatoio degli Spurs
Al Tottenham, però, le cose per i due non vanno molto bene e Mou viene esonerato nello scorso aprile. Alla base del fallimento londinese dello Special One, secondo The Athletic, ci sarebbe anche l'impopolarità del suo vice nello spogliatoio. Il 32enne, infatti, avrebbe faticato a trovare la giusta connessione con molti giocatori del Tottenham, a causa di una mancanza di autorità, necessaria per entrare in contatto con dei calciatori di Premier League. Si racconta che Joao non riuscisse a imporla e si limitasse a urlare istruzioni a calciatori disinteressati. Del suo periodo agli Spurs si ricorda il siparietto con Mourinho durante una sfida contro il Manchester City, quando, in seguito a una simulazione di Raheem Sterling, ricorda allo Special One che il calciatore fosse già ammonito e parte con José alla caccia del quarto uomo, rendendosi protagonista di una scena che è diventata virale.
Alla Roma, sarà gli occhi di Mou all'interno dello spogliatoio. Dovrà essere attento alle situazioni dei singoli giocatori, cercando di entrare in empatia con loro per evitare che anche sotto la gestione Mourinho si ripetano gli scricchiolii che hanno caratterizzato il secondo anno di Paulo Fonseca sulla panchina della Roma.