Chi è il calciatore del Napoli che De Laurentiis può lasciare “un anno fermo senza giocare”
O scegliete la via del buonsenso e, magari, rinnovate oppure vi fate un anno in naftalina perché tanto "io posso pagarvi anche a vuoto". Aurelio De Laurentiis non fa giri di parole, va dritto al nocciolo della questione, prende la questione degli agenti "dalle mire fameliche" e la piazza al centro della discussione con la pazienza che traballa quando si toccano tasti del genere.
Passata la sbornia della lunga festa, mal digerito l'addio dello "juventino Giuntoli che avrebbe cacciato in anticipo, se solo lo avesse saputo prima", il presidente traccia la rotta per il futuro prossimo e lo fa fissando un concetto chiaro: il Napoli "è in ricostruzione". In questo scenario il tema dei rinnovi di contratto è uno degli aspetti più delicati del post-scudetto.
A cominciare da Osimhen: ogni buona intenzione è stata presa e messa nel congelatore, se ne riparlerà tra qualche settimana… il tempo di capire se il Paris Saint-Germain ha un "duecentino" liquido (circa 200 milioni, la cifra che chiede per cedere il nigeriano) da versargli in cassa. Altrimenti? Altrimenti non s'arrabbierà ma proverà a trovare un accordo con l'attaccante e i suoi rappresentanti incastonando aumento di stipendio, bonus e la gabbia della clausola rescissoria che vorrebbe tenere abbastanza alta.
Ragionare di Victor è un conto (è in scadenza nel 2025 e ci si può permettere il lusso anche di aspettare all'ombra del sole di luglio), ragionare di altri è affare diverso. E da questo punto di vista De Laurentiis non vuole perdere tempo. "Abbiamo giocatori alla fine del loro percorso – ha aggiunto nel corso della conferenza stampa per la presentazione delle maglie -, a un anno dalla scadenza e devo decidere se allenarli durante il periodo del ritiro o no, per mandarli in altri lidi".
A chi si riferiva? Quattro in particolare sono i calciatori sotto osservazione, tutti in scadenza nel 2024: Meret (per lui, però, c'è un'opzione di rinnovo già messa nero su bianco in precedenza); Demme (considerato fuori dai piani da tempo), Zielinski (per il quale s'è fatta avanti la Lazio di Sarri, al quale non dispiace nemmeno Politano) e Lozano. A tutti il massimo dirigente fa un discorsetto che è una carezza in un pugno.
"Questi signori sono giovanotti, sono preda di agenti famelici che non capiscono che attraverso la loro attività, che definisco stupida, inefficace… allora dico se vi sta bene così allora trovo pane per i vostri denti. Non ho bisogno di nessuno, posso pagarvi anche a vuoto… ma se dopo un anno che restano fermi le loro azioni valgono meno? Club ambiziosi come il Napoli non si manifesteranno? Poi vi guarderete allo specchio dicendo sono stato stupido". Brega lo avrebbe sintetizzato così: sta mano po esse fero e po esse piuma.