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Chi è Graham Potter, il “Mago” scelto dal Chelsea che fa studiare i propri calciatori

Graham Potter, oggi ufficialmente nuovo allenatore del Chelsea, ha iniziato la sua carriera da tecnico nella 4a serie in Svezia seguendo metodi “anticonvenzionali” con risultati spesso sorprendenti. Del ‘Mago’, Guardiola ha ammesso: “Fossi un giocatore mi piacerebbe giocare in una sua squadra”
A cura di Alessio Morra
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Il Chelsea ha deciso di cambiare, con un colpo di spugna che ha scosso il panorama calcistico europeo accompagnando alla porta Thomas Tuchel, subito dopo l'amara e imprevista sconfitta in Champions League al debutto contro la Dinamo Zagabria. Per lui un'avventura durata un anno e mezzo sulla panchina dei Blues, tanto gli è bastato per vincere la Champions nel 2021 contro il City di Guardiola per poi vivere l'attuale triste epilogo, con il Chelsea che ha già individuato il suo successore: è Graham Potter, poco conosciuto ai più ma che ha numeri e una storia da nastro nascente,

Il nuovo tecnico dei londinesi è stato ufficializzato dal club londinese nel pomeriggio di giovedì 8 settembre: per lui un contratto di 5 anni,  con il Chelsea che pur di averlo a disposizione da subito, dovrebbe aver pagato 16 milioni di buonuscita al Brighton, che lo ha così svincolato: "Sono incredibilmente orgoglioso ed entusiasta di rappresentare il Chelsea", ha detto immediatamente dopo la notizia ufficiale, ai suoi nuovi tifosi Blues.

Sarà lui, dunque, a guidare il Chelsea. Classe '75, ex giocatore di modeste qualità e con una carriera alle spalle quasi anonima, conclusasi a soli 30 anni, nel 2005 senza mai riuscire a esplodere. Non come in panchina, dove Potter sembra avere tutto per poter diventare un tecnico vincente, partendo da uno dei club più prestigiosi e ricchi al mondo, a conclusione di un cerchio che lo ha visto iniziare lontano dall'Inghilterra, in Svezia, per poi approdare in punta di piedi nel calcio britannico. Ritagliandosi stima e considerazione che oggi gli hanno permesso di sedersi sulla panchina del Chelsea. Ma chi è Graham Potter da Solihull, un sobborgo alle porte di Birmingham? Un allenatore e un uomo sicuramente fuori dai tradizionali schemi, chi si è già autodefinito in tempi non sospetti "anticonvenzionale". Un aggettivo che gli calza a pennello e al quale ha sempre mantenuto fede.

Graham Potter durante la sua prima fondamentale avventura, in Svezia all'Östersund club di 4a divisione che arriverà fino all'Europa League
Graham Potter durante la sua prima fondamentale avventura, in Svezia all'Östersund club di 4a divisione che arriverà fino all'Europa League

Da calciatore, con scarsi risultati ha giocato in Championship prima con Birmingham e poi con la maglia dello Stoke City fino a strappare il fiore all'occhiello della sua carriera: 8 presenze in Premier League con il Southampton e una convocazione con l'Under 21 inglese. Da uomo, con idee più chiare e doti molto più brillanti, che gli sono valse una laurea breve, Bachelor in Sociologia, il suo bagaglio culturale che porterà con sè da subito, inserendolo nelle sue metodologie in panchina, già dalle sue prime esperienze con i ragazzini dell'Università di Hull, poi con gli studenti di Leeds, e nel mezzo anche nel ruolo di  direttore tecnico della squadra femminile del Ghana che disputa il Mondiale Femminile del 2007. Presupposti perfetti per continuare a formarsi, prendersi un master in leadership ed intelligenza emotiva e portarlo con sé nella sua prima avventura importante, in Svezia, nel 2010.

È lì che Graham Potter mette in pratica ciò che da anni ha studiato: alla guida del piccolo Östersund, club di 4a divisione, rende merito all'intuizione del presidente Kindberg, ex tenente dell'esercito, il suo estremo e prefetto opposto, pragmatico e concreto. Ma a trionfare sono proprio le idee e gli approcci di Potter: tre promozioni, una Coppa di Svezia, playoff di Europa League superati. Il tutto con un "credo" tanto semplice quanto particolare: "I calciatori giocano a calcio poche ore al giorno, per il resto del tempo sono esseri umani". E così ecco che i giocatori dell'Östersund si ritrovano fino al punto di dover costituire un vero e proprio circolo culturale-ricreativo che li ha visti obbligatoriamente coinvolti oltre gli allenamenti. Disegni, dipinti, scritture, persino un corso di letteratura svedese. Il tutto ha dato vita ad un mix vincente, "portando i giocatori fuori dalla propria comfort zone", dirà più avanti ricordando quell'esperienza di cui indimenticabile resta un momento: quando la squadra, davanti a circa 1.500 spettatori, ballò il "Lago dei Cigni".

E non sarà un caso isolato, ma che evidenzia i metodi "anticonvenzionali" di Potter che li porterà con sé anche nella successiva esperienza, di rientro in Inghilterra, proprio a Brighton due stagioni fa, dopo una veloce esperienza allo Swansea, dove ha confermato le proprie innate qualità nel trasformare situazioni anonime in realtà potenzialmente devastanti. E così, ecco di nuovo l'approccio alla Potter: tutti i giocatori della rosa sono stati costretti a leggersi il libro del Dalai Lama, "Saggezza antica e mondo moderno" ampliando la propria mente nonché le conoscenze singole di ciascuno.

In due anni al Brighton, Potter è riuscito ad entrare nella storia del club, vincendo le prime 4 gare (su 5) in Premier
In due anni al Brighton, Potter è riuscito ad entrare nella storia del club, vincendo le prime 4 gare (su 5) in Premier

Risultato? Al primo anno il Brighton di Potter si salva con tranquillità e nell'attuale è ripartito con il piede giusto (4 vittorie dopo 5 giornate). Non solo, l'evoluzione del lavoro di Potter si è riversato anche nelle casse societarie con la cessione da 60 milioni di euro di White all'Arsenal che ha fatto felice il presidente Tony Bloom, che ha acquistato il club sui guadagni alle slot machine e al poker on line e che decise di fare all-in sul 45enne inglese, rassicurando subito tutti: "Non sarà una scommessa".

Potter e Guardiola, nella sfida di Premier tra Brighton e City. Il più insigne collega dirà di lui: "Mi sarebbe piaciuto giocare in una delle sue squadre"
Potter e Guardiola, nella sfida di Premier tra Brighton e City. Il più insigne collega dirà di lui: "Mi sarebbe piaciuto giocare in una delle sue squadre"

Parole profetiche, per un Carneade che ha già saputo riscrivere la storia dei club in cui ha allenato, l'Ostersund in Svezia e il Brighton in Premier, sfruttando i suoi studi pedagogici: "Spesso siamo solamente noi i peggiori nemici di noi stessi e come allenatore puoi aiutare le persone a capirlo, aumentare la loro consapevolezza di sé. Basta guardare le cose nella giusta prospettiva". Una prospettiva che gli è valsa parole di stima di altri illustri colleghi, che ne hanno decretato il valore oggi ratificato dalla chiamata al Chelsea. "Uno dei più moderni allenatori inglesi, porta nuove idee" ha detto Marcelo Bielsa, mentre Pep Guardiola si è spinto ancora oltre: "Da ex giocatore mi piacerebbe far parte di una squadra come il suo Brighton. Lo ammiro molto: ha coraggio, entusiasmo, idee e sta dimostrando che per fare bene non si deve essere per forza un nome".

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