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Chi è Giovanni Sartori, l’uomo che ha portato il Bologna in Champions e non usa WhatsApp

Giovanni Sartori è l’uomo che ha portato il Bologna in Champions League compiendo un’altra impresa dopo quelle con Chievo e Atalanta: un dirigente vecchio stile, scopritore di talenti che preferisce osservare i calciatori dal vivo e non utilizza nemmeno WhatsApp.
A cura di Gabriele Mento
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Il Bologna è ritornato in Champions League dopo 60 anni. Qualcosa di molto vicino a un miracolo sportivo. Dietro a questo risultato, c'è Giovanni Sartori, un uomo che ai miracoli c'è quasi abituato. Che in ognuna delle società nelle quali ha avuto un ruolo da dirigente, ha ottenuto risultati al di sopra delle aspettative, dal ‘Chievo dei Miracoli' all"Atalanta delle meraviglie'. E che ora, da responsabile dell'area tecnica del club felsineo, ha tutta Bologna ai suoi piedi.

Chi è Giovanni Sartori, l'uomo che ha portato il Bologna in Champions League

Sartori è un dirigente che parla poco, non ama stare sotto i riflettori. Nonostante le tecnologie, che permettono di vedere molte partite in streaming e avere accesso a una quantità quasi infinita di dati, crede ancora molto nel vedere i giocatori dal vivo. In interviste dei mesi passati ha dichiarato di "Guardare 90 partite dal vivo all'anno" e di non avere Whatsapp installato sul telefono. Un personaggio per certi versi vecchio stile, ma in grado di comprendere al meglio il calcio moderno e portare le squadre sotto il suo controllo a raggiungere vette di risultati mai toccate prima.

Un passato da calciatore professionista, con le giovanili del Milan, con cui ha fatto qualche presenza in Serie A, e una carriera da giocatore passata tra Serie B e Serie C. Si ritira dal calcio giocato nel 1989, con le ultime 5 stagioni trascorse nel Chievo, dove fino al 1991 assumerà il ruolo di vice allenatore. Da lì, inizierà la sua carriera da Direttore Sportivo, diventando uno degli artefici del "Chievo dei miracoli".

La scalata col "Chievo dei miracoli"

Sartori prende il ruolo da DS con la squadra in Serie C e, nel 2001, la porta alla prima storica partecipazione nella massima serie. Da esordienti in Serie A, molti si aspettano un campionato senza grosse pretese, con l'obiettivo di ottenere al massimo una "salvezza tranquilla".

Giovanni Sartori al Chievo
Giovanni Sartori al Chievo

Ma la stagione andrà in maniera decisamente diversa. Con Gigi Delneri in panchina il Chievo stupisce tutti. Nei primi mesi di campionato, riesce a imporsi come squadra rivelazione, rimanendo in testa alla classifica per gran parte del girone d'andata e sfiorando il titolo di campione d'inverno. La stagione si chiuderà con il Chievo al 5° posto, e la qualificazione alla Coppa Uefa.

L'arrivo all'Atalanta: c'è lui dietro la Dea delle meraviglie

Sartori lascia il Chievo nel 2014, andando all'Atalanta. In questo caso, la prima stagione fu decisamente più complicata, con la squadra a rischio retrocessione per tutta la stagione. L'annata successiva, le cose iniziarono a migliorare, con gli orobici che riescono a ottenere una salvezza tranquilla.

Giovanni Sartori all'Atalanta
Giovanni Sartori all'Atalanta

Ma è nel campionato 2016-2017, con l'arrivo di Gian Piero Gasperini sulla panchina, che la Dea prende il volo. Nonostante l'allenatore, che di recente ha portato l'Atalanta in finale di Europa League, abbia rischiato l'esonero dopo appena 5 giornate, la squadra bergamasca si classificherà al 4° posto a fine campionato, tornando dopo 26 anni nelle competizioni Uefa.

A Bologna per una nuova impresa

Sartori arriva a Bologna nell'estate del 2022, e immediatamente cambiano le ambizioni dei rossoblu. Una squadra che era abituata a frequentare la parte bassa della classifica, si è trovata prima a sfiorare l'accesso in Europa nella scorsa stagione. Poi, quest'anno, a centrare l'obiettivo Champions League.

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Un sogno che in estate appariva irraggiungibile quando Thiago Motta, dopo un amichevole giocata il 2 agosto contro l'Az Alkmaar, definì la squadra "non competitiva per il campionato". Proprio dalla squadra olandese arriveranno tre giocatori, Beukema, Karlsson e Odgard, che saranno molto importanti nel cammino del Bologna. Una stagione che ha riportato i rossoblu nella massima competizione europea dopo 60 anni, nella quale la compattezza del gruppo ha fatto la differenza, e dove tutti hanno portato il loro contributo. E se Thiago Motta, del quale non si sa ancora il suo futuro nella prossima stagione, ha sicuramente avuto grandissimi meriti, non va dimenticato il ruolo di chi dietro le quinte è stato il "sarto" di quest'impresa.

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