Chi è Diego Demme, dieci cose da sapere sul nuovo acquisto del Napoli
Nel giro di poche, febbrili ore di mercato, il Napoli chiude la trattativa col Lipsia per portare all’ombra del Vesuvio il capitano del club tedesco Diego Demme. Centrocampista centrale di 28 anni, leader della giovane compagine di proprietà della Red Bull e trascinatore della mediana biancorossa. Un'operazione, inaspettata, ma che potrebbe fare molto bene al club campano in cerca di uomini in grado di far cambiare rotta alla squadra e trascinare i compagni ad una complicata risalita. Ecco, fra curiosi aneddoti e un nome, Diego, che vale tanto per i tifosi azzurri, chi è Demme.
Caratteristiche tecniche: età e posizione in campo
Grinta da vendere, fisico minuto, buona tecnica e grande intensità. Mentale e atletica. Demme non molla mai, è un mastino della mediana, un duro in mezzo al campo ma anche uno che sa giocare bene coi piedi, sa interpretare al meglio il ruolo di vertice basso abbinando forza ad una discreta dose di tecnica individuale, di fondamentali. Ha 28 anni, destro naturale (ma capace di utilizzare anche l’altro piede con efficacia), è alto 170 cm ed è in grado di giocare come mezzala, come centrale in un centrocampo a quattro e da terzino destro come, in carriera, già avvenuto 13 volte nelle ultime annate fra Paderborn e Lipsia.
Valore di mercato: valutato 17 milioni, arriverà per 12-13
È un colpo importante e pure inatteso. Anche per le cifre con cui il Napoli strappa il proprio capitano al Lipsia: 10 milioni di euro più un massimo di 3 milioni derivanti da eventuali bonus. Davvero poco per il leader carismatico della squadra e ancor meno secondo i rilevatori statistici specializzati che lo valutano fra i 15 e i 17 milioni. Un colpo inatteso, che Giuntoli ha tenuto sotto traccia e che pure potrebbe fare molto bene nella compagine di Gattuso.
Padre tifoso del Napoli: il nome Diego in onore del D10S
Nasce a Herford in Germania il 21 novembre 1991 ma, al di là del passaporto, tedesco/italiano, è tricolore a tutti gli effetti: papà Enzo è calabrese, mamma tedesca. Ma il padre è sempre rimasto legato alla cultura e al calcio dello stivale. E insegna al piccolo tutto ciò che sa. E proprio quando sta per arrivare il piccolo Demme, per onorare la squadra per cui fa il tifo da sempre e omaggiare il più grande di tutti i tempi, decide di chiamare suo figlio Diego. Ma mai immaginando di vedere proprio il suo ometto indossare la casacca, numero a parte, che fu di D10S. Eppure, il nome di Demme poteva essere un altro: Fabio. Il Motivo? La mamma, tifosa pure lei, era pazza d’amore per il giovane Cannavaro che cominciava ad affacciarsi nel Napoli in quegli anni, prima di esordire nel 1993.
Estimatore di Gattuso: Ringhio idolo di Demme
Ma le coincidenze targate Napoli non finiscono certo qui. Demme, la cui volontà di approdare all’ombra del Vesuvio è stata determinante per il buon esito della trattativa fra campani e tedeschi, sarà agli ordini di uno dei suoi pupilli da piccolo. Di uno dei suoi pupilli da bambino. Fra cui l’immancabile Maradona, raccontato dal babbo e dalle sue videocassette, Pirlo, per le incredibili doti di regia, e proprio l’attuale allenatore degli azzurri Gattuso. Preso ad esempio per la sua concentrazione, la sua abnegazione, la determinazione in campo e quella voglia di non arrendersi mai. Donando tutto, in ogni singolo match – pure amichevole – per la maglia.
Calciatore di spessore, ma anche con Fifa e gli e-sports Demme se la cava bene
Il calcio lo pervade, è una passione che non l’abbandona mai. Nemmeno quando è lontano dagli impegni col Lipsia. Non a caso Diego, prosegue il suo rapporto col gioco anche con le console, nello specifico, dilettandosi con i capitoli di Fifa, un must per ogni videogiocatore. E anche in quel contesto, Demme è un osso duro, tanto da meritarsi gli elogi dei suoi compagni di squadra, dei professionisti del gaming ma anche da entrare nella squadra ufficiale del Lipsia nello specifico campionato e-sport della e-Bundesliga. Dove, a sfidarsi, sono le migliori 11 formazioni di Germania.
Un salto indietro per farne due in avanti: al Lipsia in C per scalare la Germania del calcio
Nel gennaio 2014, mentre il suo Paderborn lotta per salire in Bundesliga, Demme decide di abbracciare il progetto Lipsia, targato Red Bull, scendendo di categoria, nella Dritte Liga, nella nostra Serie C, rinunciando quindi alla possibilità di fare la storia col collettivo della Vestfalia che mai, in 30 anni di storia, prima di quella annata, s’era ritrovato in Bundes. Poco male però, perché Demme, in pochi anni, non solo è riuscito ad esordire nel massimo livello calcistico tedesco ma è anche stato in grado di assaggiare l’atmosfera delle competizioni continentali come Champions ed Europa League. Insomma, una scelta, alla lunga, vincente.
Il primo gol in Bundes? Gli costa un dente
Calciatore con ben altre caratteristiche, e quindi non troppo abituato a fare gol (6 in oltre 300 gare in carriera), nell’aprile del 2017, alla prima stagione in A del Lipsia, festeggia alla “grande” la sua primissima firma in Bundes. I suoi, grazie anche al suo contributo, battono in casa 4-0 il Friburgo, conquistano aritmeticamente la qualificazione alla Champions League 2017/18 e salutano la gioia personale del numero #31 con Demme che, appoggiando in rete il suo primo pallone fra i grandi di Germania, ci rimette un dente. La gioia del gol, di testa su assist di Werner, viene smorzata da una scarpata in pieno volto di Ignjovski con Diego costretto a salutare un incisivo.
Una presenza in nazionale: una Confederations Cup nel suo palmares
Il capitano del Lipsia, nel corso della sua carriera, vanta anche una presenza nella nazionale tedesca, quella campione del mondo prima del trionfo in Russia della Francia. Il 10 giugno 2017, infatti, Demme, subentrando a Julian Draxler negli ultimi 14’ di gioco contro San Marino, fa il suo debutto ufficiale nella selezione di Low convincendo, in poco tempo, il Ct a portarlo con sé nella spedizione internazionale di alcuni giorni dopo in Russia. Dove i campioni iridati disputano e poi vincono la Confederations Cup in finale col Cile regalando a Diego il primo successo internazionale, e anche sin qui l’unico, della sua parabola individuale. Diego si porta a casa la medaglia però, pur senza aver giocato un singolo minuto contro, in serie, Australia, Cile, Camerun, Messico e ancora Cile.
Ha un fan club a Ercolano
Da alcuni anni a Ercolano, c’è un fan club che porta il suo nome. Una premonizione? No, ai tempi, solo un bel legame che si è creato fra il presidente del club, Liberato, e lo stesso calciatore che nel 2013 ha avuto modo di conoscere il turista napoletano al termine di una amichevole invernale fra il Paderborn e il Borussia Dortmund. Da lì, Liberato lega molto con Diego che nel corso della sua prima visita a Napoli si fa accompagnare proprio da lui in giro per la città. Un fan club che, ora, ha ancora più valore.
Tifoso del Napoli… e quell’episodio con Kimmich
Nelle sue interviste, e non solo, Diego non ha mai nascosto la sua passione, trasferitagli dal padre, per il Napoli. Tifoso a distanza e poi profondo amante della cultura partenopea e della città dove spesso si reca, in occasione di relax, svago e riposo. Insomma, il Napoli avrà un tifoso in più sul terreno di gioco. Un tifoso che, nell’estate del 2018 sfruttando l’amicizia con l’ex compagno di squadra Joshua Kimmich, a sua volta impegnato nell’Audi Cup contro gli azzurri, chiese e ottenne una maglia della sua squadra del cuore nel confronto fra bavaresi e partenopei. Joshua eseguì e Demme la indossò subito. Ora ne avrà una tutta per sé.