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Chi è Berndt Reichart, ospite di De Laurentiis per Napoli-Barcellona: un segnale fortissimo

Il CEO di A22, la società che tira i fili della Superlega, seduto accanto al presidente in tribuna è un’immagine che non passa inosservata per diverse buone ragioni: De Laurentiis non ha mai nascosto simpatia verso idee rivoluzionarie e di riforma dell’attuale sistema monopolista, in Europa come in Serie A.
A cura di Maurizio De Santis
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Accanto al presidente del Napoli, De Laurentiis, c'è Berndt Reichart, CEO di A22 e del progetto Superlega.
Accanto al presidente del Napoli, De Laurentiis, c'è Berndt Reichart, CEO di A22 e del progetto Superlega.

Che ci fa Berndt Reichart seduto accanto al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis? Il suo nome e la sua figura (è il CEO di A22, la società che muove i fili del progetto Superlega) non sono graditi alla Uefa e alle istituzioni calcistiche nazionali che hanno già alzato le barricate in passato e fatto quadrato più di recente rispetto a ipotesi di tornei alternativi, organizzati con format differenti. Il fatto che sia proprio allo stadio Maradona in occasione del match di Champions League tra azzurri e Barcellona (i blaugrana e il Real Madrid sono stati tra i fautori assoluti del disegno) e sia gomito a gomito con il massimo dirigente dei partenopei rappresenta un segnale fortissimo.

È un'immagine che la telecamera di Prime Video cattura e propone verso la fine del collegamento, a margine dei commenti del pareggio che ha scandito l'andata degli ottavi. Un'istantanea che non passa inosservata per diverse buone ragioni, a cominciare dalla ‘simpatia' che De Laurentiis non ha mai nascosto verso idee rivoluzionarie e di riforma dell'attuale sistema monopolista.

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Fu proprio lui a definire la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea come un "cambiamento epocale" per aver censurato "la posizione dominante di Uefa e Fifa che è servita solo a elargire bonus per ottenere consensi ma né l'una né l'altra hanno compreso che il calcio è un'impresa che ha bisogno di fatturati sempre maggiori". La chiosa del presidente fu anche più severa: parlò di "circo che distribuisce noccioline", di "carrozzone improduttivo", mise il dito nella piaga dei calendari ingolfati da un numero crescente di partite a fronte di ricavi poco convenienti e si disse "pronto a dialogo con altri grandi club".

Le sue parole e quelle dell'ex numero uno della Juve, Andrea Agnelli, sembrano avere un comune denominatore quando menziona l'ipotesi di mandare in archivio le Coppe della Uefa e dare finalmente vita a una sorta di campionato europeo che soppianti l'impalcatura attuale. Sulla posizione dell'ex bianconero, però, ha sempre mantenuto un punto di chiarezza e distanza: quel progetto di Superlega com'era stato pensato non gli è mai piaciuto perché elitario, si sarebbe svolto su inviti tralasciando invece il merito delle singole squadre. Ma questo non vuol dire escludere a priori altre opportunità: "Se l'NBA e il Football americano fanno 10 miliardi di incasso all'anno una ragione ci sarà. In Europa invece non ci riusciamo perché siamo ancora legati alla Champions, all'Europa League e alla Conference League".

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I ragionamenti di De Laurentiis (che arrivato anche a prefigurare una fattispecie di Superlega italiana) non trovano sponda in Lega Serie A, che resta ferma su una netta chiusura a qualsiasi opzione riconducibile alla nuova Superlega (un veto codificato in una norma vincolante). L'amministratore delegato, Luigi De Siervo, lo ha ribadito a Bernd Reichart nell'incontro di ieri. Un appuntamento organizzato su richiesta di A22 relativamente al futuro delle competizioni continentali. "Siamo allineati alle altre grandi Leghe di calcio europee – ha ammesso De Siervo -. E ho ribadito nella riunione la contrarietà al progetto Superlega, coerentemente con le varie pronunce sull’argomento del 2019, 2021 e 2023".

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