Chi è Afena-Gyan: il giovanissimo pupillo di Mourinho che si è preso la Roma sulle spalle
La Roma vince 2-0 al Ferraris contro il Genoa. Un risultato atteso, anche per le differenti situazioni che stanno vivendo le due squadre: i rossoblù, che hanno appena vissuto il cambio della guardia con Shevchenko neo tecnico, si presentano con tantissime assenze pagando ancor più a caro prezzo il divario tecnico. I giallorossi, giungono in Liguria digrignando i denti, dopo lo scivolone compiuto in Laguna che grida vendetta. E così si consuma il successo romanista, che arriva nei minuti finali, abbattendo la roccaforte eretta da Sheva. Ciò che nessuno si attendeva è che la vittoria arrivasse grazie ad un ragazzino di soli diciotto anni, subentrato al 67′ e che tra il 70′ e il 90′ è riuscito a riscrivere la storia della partita e la sua personale.
Si tratta di Felix Afena-Gyan, classe 2003, di origini ghanesi in pianta stabile nella Primavera giallorossa ma già "prestato" a Mourinho in altre occasioni. Dove aveva già dato dimostrazione di avere numeri importanti, su cui poter lavorare e crescere. In una situazione di eterna emergenza in capitale, Mourinho lo ha nuovamente aggregato alla prima squadra e se lo è portato a Genova. In panchina, s'intende, ma quando è giunto il momento ha messo lui nella mischia. Ottenendo la miglior risposta che un tecnico potesse sperare.
Afena-Gyan si dice sia un pupillo dello Special One. Se sia vero o no, la realtà è che è l'ennesima dimostrazione delle capacità da leader che il portoghese ha nelle squadre in cui arriva per allenare, motivando chiunque gli capiti tra le mani, senza distinzioni. I veterani toccandoli nel vivo dell'orgoglio, i giovanissimi puntando sulla voglia di emergere. Tutto, attraverso il lavoro e le sue regole che non ammettono eccezioni, pena serie conseguenze che oggi a Roma molti giocatori stanno ancora vivendo dopo l'umiliante sconfitta contro il Bodo/Glimt.
Afena-Gyan ha confermato quanto di buono fatto vedere già nel debutto assoluto con Mourinho in Serie A nel secondo tempo contro il Cagliari e ribadendo la sua predisposizione naturale per il gol, che segna a raffica in Primavera dove ha una media altissima. Rapido, di qualità, intuitivo. Contro il Genoa ha messo a segno due reti che ne racchiudono il meglio: la prima approfittando di uno spunto in verticale di Mkhitaryan, che lo ha lanciato sulla destra. Diagonale di prima intenzione, preciso e imprendibile per un veterano come Sirigu. Il secondo è stata una giocata tutta in solitario dove si è esaltato nel dribbling: una serpentina con cui si è liberato in area di rigore e dal lato opposto del primo gol, un destro che si è infilato sotto la traversa del palo più lontano. Altra giocata imparabile.
La Roma ha scoperto così il goleador che le mancava in attesa che Abraham si sblocchi e che Shomurodov smetta di sbagliare gol già fatti come contro il Genoa. Tutti i compagni hanno abbracciato il giovane Felix sia in occasione del primo sia per il secondo gol e non è mancato anche lo slancio d'affetto dello stesso Mourinho raggiante per aver giocato la mossa vincente e per aver fatto sbocciare un giocatore che potrà tornare fondamentale nelle dinamiche della stagione.