Chelsea, lettera di scuse ai tifosi: “Il merito sportivo va tutelato, la Superlega un errore”
Una lettera pubblica di scuse. Il Chelsea l'ha pubblicata sul proprio sito ufficiale ricomponendo così lo strappo avvenuto a causa della partecipazione alla Superlega. La decisione del club di Stamford Bridge di aderire al torneo delle 12 società elette (tra cui 6 inglesi, 3 spagnole e 3 italiane) aveva alimentato le forti proteste da parte dei sostenitori, arrivati perfino a bloccare l'ingresso del centro sportivo per far sentire la loro voce e gridare un "no" deciso a quella scelta incomprensibile.
Il fuoco di sbarramento della politica (con il premier, Boris Johnson, in testa), l'ondata di sdegno generalizzata e i termini di un progetto ambizioso ma nato sotto una cattiva stella hanno scompaginato la frangia di scissionisti. E quando le squadre d'Oltremanica hanno abbandonato in blocco la lista delle ‘ribelli', il piano è franato in meno di 48 ore. Sono rimasti i cocci in mano a Juventus, Real Madrid, Barcellona e Milan: le società che – secondo quanto indicato da Florentino Perez – sarebbero ancora parte integrante del progetto.
La lettera di scuse del Chelsea ai tifosi
Il Chelsea di Abramovich è stato il primo club a cambiare idea, a fare un passo indietro, a fare ammenda per quella fuga in avanti subito rientrata, a tornare sotto l'egida della Uefa.
Perché ha deciso di aderire alla Superlega? Lo si legge in alcuni passaggi della lettera rivolta ai tifosi: 1) non voleva essere da meno né restare spiazzato rispetto ad altre società inglesi; 2) l'errore è stato commesso per ambizione, volontà di rendere la squadra più forte e competitiva; 3) giocare in un campionato con i più forti (e ricchi) club al mondo sarebbe stato motivo di orgoglio ulteriore.
La nostra ambizione è sempre stata rendere il Chelsea il miglior club del mondo, sul campo e fuori – è nell'incipit del documento -. La decisione di aderire alla Superlega è stata dettata da questa ambizione. Non volevamo che il Chelsea perdesse l'opportunità di giocare in un campionato così potenzialmente importante, né volevamo rischiare che il club rimanesse indietro rispetto ai nostri rivali inglesi ed europei.
Cosa ha fatto cambiare idea al Chelsea? Il peso dell'opinione pubblica pure ha fatto la differenza, almeno secondo quanto indicato nel documento pubblicato dai Blues.
Il club ha fatto un passo indietro per ascoltare i tifosi e per parlare con loro. Abbiamo rivalutato la nostra decisione iniziale e abbiamo deciso di non voler far parte di questo campionato. Era giusta anche la preoccupazione sul merito sportivo. Crediamo fermamente che tutti i club, giocatori e tifosi abbiano il diritto di sognare e raggiungere il successo. È stata una decisione che non avremmo dovuto prendere e ce ne rammarichiamo profondamente.