Che fine ha fatto Khedira, ora produce caffè: “Lo bevo grazie a Buffon, Chiellini e Bonucci”
Dal 2021 Sami Khedira ha deciso di ritirarsi dal mondo del calcio professionistico, sparendo dai radar dello sport italiano che lo aveva seguito nei suoi cinque anni trascorsi alla Juventus. L'ex centrocampista ha deciso di intraprendere il percorso da allenatore o da dirigente ma di cambiare vita, dedicandosi a un'attività che ha potuto scoprire a Torino dai suoi vecchi compagni di squadra italiani.
Il tedesco, oltre a lavorare come talent per DAZN Germania, adesso fa l'imprenditore in un campo insolito: produce caffè, una bevanda che ha conosciuto proprio in Italia e che sta provando a diffondere anche nei posti d'Europa in cui ha vissuto come giocatore. In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport l'ex bianconero ha raccontato cosa fa adesso, parlando di questa passione che non tutti riescono a comprendere.
Khedira ha cambiato vita dopo il ritiro dal calcio
Come tanti suoi colleghi anche l'ex calciatore ha avviato la sua attività che nulla ha in comune con lo sport. Ha il suo marchio di caffè, Balira, che gestisce assieme a due soci. Ma perché ha deciso di investire su un prodotto così particolare? Dopotutto Khedira è tedesco e la bevanda non fa propriamente parte della sua tradizione.
Dietro a questa scelta c'è lo zampino di Buffon, Chiellini e Bonucci. Ai tempi della Juventus i tre compagni di squadra italiani sorseggiavano regolarmente il caffè dopo i pasti, facendogli scattare la scintilla della curiosità: "Prima di arrivare a Torino preferivo il cappuccino o il latte macchiato, l’espresso era troppo forte per me. Alla Juventus, però, ho visto Bonucci, Chiellini e Buffon berlo sempre, dopo pranzo. Lo trovavo un rito elegante: ho comprato la macchina del caffè a casa e mi sono appassionato. Non ne bevo tanti, per via del mio cuore, ma di qualità".
Il caffè dedicato alle sue squadre
Ovviamente un pizzico del suo passato non poteva mancare in questa attività. A ricordare gli anni da calciatore sono le vvarietàlietà di caffè che produce, ispirate alle squadre in cui ha giocato. Per ogni città ha scelto delle caratteristiche precise: "A Stoccarda c’è soprattutto caffè lungo o americano: i miei genitori si lamentano che quello chiamato ‘Torino' è troppo forte per loro. A Madrid è tipico il ‘cortado', un macchiato con più latte, quindi abbiamo scelto una variante più cremosa. Per Torino abbiamo optato per un sapore forte con un sentore di cioccolato, pensato come ristretto o espresso. E infine Berlino, una città che come tutto il nord Europa non apprezza un gusto forte. Io preferisco un tipo di caffè, ma devo capire anche quello degli altri".