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Che fine ha fatto José Altafini: dall’amicizia con Pelè alla pensione da 700 euro

Josè Altafini e Pelè, due straordinari interpreti del Brasile che trionfò nel 1958 in Svezia al Mondiale e che rappresentarono le due facce opposte della stessa medaglia. Avversari in campo, amici rispettosi fuori, “Mazola” consacrò O’Rey al calcio: “Un fenomeno baciato da Dio, più completo di Maradona”. Oggi Altafini vive di pensione sociale a 700 euro: “Non lavoro più in tv, vogliono giovani, tette e sgabelli”
A cura di Alessio Pediglieri
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Senza Josè Altafini non ci sarebbe stato nessun Pelè. Perché solo attraverso il suo alter-ego al contrario, non ci sarebbe stata la scintilla della svolta. Sulla vera o presunta rivalità tra Altafini e Pelè si sono raccontate storie differenti e diverse falsità, racchiuse in una delle pellicole più discusse a riguardo, "Pelé: birth of a legend"  biografia autorizzata da O'Rey ma ‘condannata' da Josè, ritratto come ricco, arrogante e arrivista.

Nulla di più lontano ed errato perché il giovane Altafini, al pari del piccolo Dico di due anni più giovane, era vissuto in povertà, a Piricicaba a circa 200 chilometri da Pelé, cresciuto a Bauru. E anche la loro storia calcistica non si incrociò mai nei primi anni in cui Altafini tirava calci ad un pallone, in strada, figlio di un operaio e di una domestica, mentre Pelè cresceva all'ombra del padre, Dondinho, ex ottimo attaccante con la carriera stroncata da un infortunio. Il loro primo incontro, infatti, sarebbe avvenuto quando già entrambi erano professionisti alle soglie della Selecão, come ha ricordato lo stesso ‘Mazola', il soprannome che prese Altafini in ricordo del Valentino del Grande Torino.

Ma, al di là di leggende più o meno reali, le storie di Altafini e Pelè si incrociarono grazie al calcio e alla nazionale brasiliana. Il primo incrocio da ricordare è nel campionato brasiliano, nel Torneo Rio-San Paolo, Altafini stella del Palmeiras che sfida il Santos  di Pelè, Pepe e Zito: è il 6 marzo 1958, e ‘Mazola' sarà protagonista nell'incontro, segnando due reti ma perdendo in un pirotecnico 7-6. Poi le strade si dividono, con Altafini prelevato dal Milan alla vigilia dei Mondiali del 1958. Si incroceranno nuovamente in nazionale, in Svezia e poi nella sfida di Coppa Intercontinentale tra il Milan e il Santos nel 1963.

Un fenomeno baciato da Dio. Maradona era bravo, ma Pelé era più completo: usava destro e sinistro allo stesso modo, in velocità, aveva tutti i colpi e segnava anche in acrobazia

La rivalità c'era, dopotutto Pelè e Altafini erano le due facce diverse di una stessa medaglia, i due più giovani brasiliani nella Nazionale convocata in Svezia, dove avverrà il cambio di testimone tra i due giocatori, complici gli infortuni di Josè, la classe innata del giovane 17enne Dico e le scelte del ct. Sarà Altafini a partire titolare, nella prima partita contro l'Austria a cui segna una doppietta e ripetendosi 3 giorni dopo contro l'Inghilterra, infortunandosi. Rientrerà solo nei quarti di finale contro il Galles, nella vittoriosa partita decisa da un gol proprio di Pelé ma, per semifinale e finale, gli verrà preferito Vavá.

Il tasto doloroso è, invece, quello attuale, in cui Josè Altafini, 81 anni, se la deve cavare vivendo con la pensione statale da 700 euro al mese. "Quando un uomo vive senza mai pensare ai soldi, i soldi non li fa. E io ho vissuto così. Non ho mai cercato il denaro" disse una volta spiegando il perché del ritorno ad una vita ‘normale', affrontando quotidianamente le difficoltà di tutti i giorni. Così come faceva da bambino, quando tirava calci al pallone di stracci per le strade di Piricicaba. Prima di conoscere Pelè.

Lavoro per un’azienda di campi sintetici, sono testimonial per varie pubblicità. Non lavoro più in tv, vogliono giovani, tette e sgabelli, la raccomandazione batte la competenza

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