Champions, l’Uefa ammette l’errore di Rocchi: l’Ajax può chiedere 12 milioni di risarcimento
Non è un buon momento per gli arbitri italiani. Dopo la bufera che si è scatenata in seguito alla direzione di gara di Pasqua in Juventus-Fiorentina, e le proteste di Napoli e Parma per due presunti rigori non concessi da Giua e Di Bello nell'ultimo turno di campionato, da Nyon è infatti arrivato l'ennesimo ‘smacco' per la classe arbitrale di casa nostra. Secondo quanto raccolto dal quotidiano olandese ‘De Telegraph', l'Uefa avrebbe informalmente ammesso l'errore tecnico di Gianluca Rocchi nella partita di Champions League, dello scorso 5 novembre, giocata a Londra da Chelsea ed Ajax e terminata 4-4.
Lo sbaglio di Gianluca Rocchi
In quella fredda serata londinese, il direttore di gara toscano uscì dal campo tra le proteste dei giocatori olandesi per due espulsioni arrivate entrambe in pochi secondi: la prima per il mani in area di Veitman (già ammonito), la seconda per un precedente fallo di Blind (anche lui già ammonito), per il quale Rocchi aveva fatto correre il gioco fino al momento dell'interruzione per il penalty assegnato al Chelsea. Secondo l'Uefa, l'arbitro avrebbe dovuto però fermare il gioco al momento del fallo di Blind e non far proseguire l'azione. Una decisione giudicata formalmente scorretta, che ora concede all'Ajax la possibilità di rifarsi di quell'errore tecnico.
L'Ajax potrebbe chiedere un risarcimento
L'azione incriminata è stata visionata durante il vertice Uefa a Maiorca, dove i dirigenti del massimo organismo calcistico europeo hanno preso in esame diversi casi arbitrali: tra cui quello dello Stamford Bridge di Champions League. L'errore di Gianluca Rocchi potrebbe a questo punto spingere l'Ajax ad aprire un contenzioso legale con l'Uefa e chiedere il risarcimento dei 12 milioni di euro relativi ai possibili introiti persi. Un'opportunità che la società di Amsterdam pare però non voler cogliere: "Intraprendere un'azione legale con la Uefa – ha dichiarato Edwin Van der Sar, dg dell'Ajax – sarebbe inutile e senza speranza".