Champions League, Rudi Garcia ritrova la Juventus a cinque anni dal ‘violino’
A distanza di quasi due anni dall'incrocio europeo con José Mourinho, i tifosi della Juventus ritrovano sulla strada verso la finale di Champions League un altro grande ‘nemico': Rudi Garcia. Per il doppio ottavo di finale, il destino ha infatti messo di fronte la vecchia signora all'ex allenatore della Roma: un tecnico che durante la sua esperienza nella Capitale aveva più volte combattuto la stessa ‘battaglia' del portoghese contro il presunto potere forte dei bianconeri.
A far parlare i tifosi della Juventus alla vigilia del match di Champions, più della forza del Lione del bomber Moussa Dembelé, è stato dunque il ‘rendez-vous' con il 56enne allenatore francese: protagonista nell'ottobre del 2014 di un infuocato Juventus-Roma allo ‘Stadium'. Le sue parole a margine della partita per commentare i due rigori dati ai padroni di casa ("Forse a Torino l’area è grande 17 metri"), e soprattutto il famoso gesto del violino nei confronti dell'arbitro Rocchi, sono infatti rimasti nella storia giallorossa e nell'immaginario collettivo di tutti i tifosi italiani.
I tifosi bianconeri lo aspettano allo Stadium
Al di là dell'appuntamento delle prossime ore al ‘Groupama Stadium', la casa dell'OL, c'è quindi molta attesa per il ritorno di Rudi Garcia nel fortino della Juventus: in agenda il prossimo 17 marzo. Solo allora capiremo quale sarà l'accoglienza che gli ultrà bianconeri riserveranno all'ex nemico giallorosso. "Non lo so se avremmo vinto lo scudetto, ogni epoca fa storia a sé – ha intanto messo le mani avanti il tecnico del Lione – Come si dice in Francia, con i “se” si chiude Parigi dentro una bottiglia".
Nonostante le polemiche scatenate non solo in Italia ma anche in Francia, la tecnologia questa volta potrebbe venire in soccorso del mister transalpino: "Non ho mai avuto la sensazione che gli arbitri italiano favorissero i bianconeri, ma con il Var gli arbitraggi sono più giusti – ha concluso Rudi Garcia – Una cosa che noi allenatori chiediamo agli arbitri è di non accontentarsi del silent check. Dovrebbero andare a rivedere tutti gli episodi contestati invece di aspettare in mezzo al campo la conferma. Altrimenti l’arbitro vero diventa il Var".