Champions League, Conte punta il Dortmund: “Non è una finale, ma si deve vincere”
O tutto o niente. L'Inter di Champions è chiama all'impresa col Dortmund contro un Borussia che ha tra gli obiettivi stagioni l'approdo almeno agli ottavi di finale. Sogno anche nerazzurro con la squadra di Antonio Conte che però parte da uno svantaggio evidente: dover rincorrere in classifica. Dopo il pareggio interno contro lo Slavia e la sconfitta di Barcellona non resta che raccogliere tre punti a San Siro per poter sperare.
Il giocatore in più, "Lau-kaku"
La vigilia è elettrizzante perché sulla carta ad arrivare più in difficoltà alla sfida di mercoledì sera sembrano proprio i tedeschi che lamentano assenze importanti per il loro gioco. L'Inter, dal canto suo, non sta meglio ma ha un'arma in più da sabato sera: "Laukaku", il super attaccante nato dall'intesa di Lukaku e Lautaro Martinez, che contro il Sassuolo hanno spazzato via le paure a suon di gol: due a testa.
Si passa troppo facilmente da una situazione di crisi alle celebrazioni come per Lautaro e Lukaku. Noi dobbiamo avere equilibrio e i miei giocatori devono valutare la performance. Romelu si è integrato molto bene ma è facile qui, questo è un gruppo di giocatori positivo
Continuità e risultati
Se per il ‘Toro' oramai è una abitudine (4 reti nelle ultime 5 uscite), per il belga si cercano conferme e in Europa si chiede il primo centro che possa magari anche risultare decisivo. Dopotutto Lukaku è stato preso per segnare, ovunque e in Champions League non l'ha ancora fatto. Ciò che fa sorridere però Conte e gli interisti che la coppia offensiva starebbe davvero passando un periodo di forma invidiabile, da sfruttare. Ed è il momento giusto per osare.
Bisogna dare continuità di prestazione e alzare sempre l'asticella. Contro il Borussia dobbiamo dare tutto e non avere rimpianti a fine gara. Bisogna dare il massimo. La Champions è difficilissima, stiamo cercando di iniziare un percorso anche a livello di esperienza che spero ci porti lontano
Fiducia a chi c'è, dimenticando gli assenti
Le assenze si sentono, soprattutto se si guarda il tour de force che l'Inter deve affrontare a ranghi ridotti. Fino a metà novembre si giocherà ogni 3-4 giorni tra Champions e Campionato e con una classifica del girone quasi compromessa dalle prime due partite e la solita Juventus che non lascia alcun punto per strada in Serie A, non è ammissibile sbagliare e distrarsi.
Non voglio parlare di chi è assente né da noi né da loro: scenderanno in campo 22 giocatori, i cui 11 miei e io penserò a questo. Parlare già di finale mi sembra esagerato. E' una partita importante contro una squadra forte. Però è una partita. Le finali arrivano dopo. La nostra idea è di fare calcio. Non siamo capaci di attendere. Vogliamo imporre la nostra idea di calcio, prendendoci qualche rischio