Celtic-Milan, la partita da incubo di Dida: errori e la sceneggiata con il tifoso scozzese
Una carriera esaltante fatta di vittorie e sconfitte che ancora bruciano. Ma di Nelson Dida, oggi preparatore dei portieri del Milan, i rossoneri, così come tutti i propri tifosi, conservano ancora un bellissimo ricordo. L'estremo difensore del ‘Diavolo' però rischiò di buttare al vento la sua carriera nel 2007 in quella fatale notte di Glasgow. Per qualcuno fu la notte in cui il portiere brasiliano mise fine alla sua carriera. Nella sfida di Champions League contro il Celitc, il portiere del Milan si rese protagonista di un episodio spiacevole. Durante la partita, ci fu l'invasione di campo di un tifoso scozzese che avvicinandosi a Dida, lo sfiorò con la mano sul viso. Il portiere inscena uno spettacolo pietoso: prima cerca di farsi giustizia da solo rincorrendo il tifoso, per poi, una volta vista l’impossibilità di raggiungerlo, si butta a terra fingendo di aver preso un colpo durissimo.
Ma a prescindere da quell'episodio, Dida fu protagonista in negativo della sconfitta per 2-1 dei rossoneri sul campo del Celtic per via dei due errori decisivi che hanno poi favorito i gol degli scozzesi. L'uscita a vuoto sugli sviluppi di un calcio d'angolo che ha portato al primo gol dei padroni di casa e la respinta sui piedi dell'attaccante del Celtic in occasione della seconda rete. "Il nostro portiere è stato colpito – dichiarò all'epoca dei fatti Adriano Galliani riferendosi all'invasione di campo – e credo che questo non vada bene". Nel frattempo il Celtic prese una durissima decisione nei confronti del tifoso, ovvero quella di non dargli mai più la possibilità di mettere piede al Celtic Park.
Dida e la lenta fine della sua carriera al Milan
Una sceneggiata e una prestazione negativa, che da quel momento in poi segnarono, lentamente, la carriera di Nelson Dida che non è stato più lo stesso. Per via di quell'episodio, fu anche squalificato per due giornate più una multa al club rossonero. E così in campo, Dida, sembrava nuovamente un giocatore insicuro delle prime presenze in rossonero (indimenticabile la sua papera contro il Leeds): poco sicuro e senza più quella forza e determinazione che l'avevano contraddistinto specie negli ultimi storici successi in Champions dei rossoneri: "Credo che lui abbia sbagliato e che se ne renda conto, ma la nostra fiducia nei suoi confronti non cambia assolutamente – dichiarò qualche giorno dopo Paolo Maldini, allora capitano del Milan – Rimane un grande portiere, è la nostra prima scelta e lo sarà fino alla fine del suo contratto".
In quella stagione, 2007/2008, Dida giocherà poi soltanto altre due partite in Champions League e solo 9 in campionato. Nelle stagioni successive, 2008/2009 e 2009/2010, con la maglia rossonera, scenderà in campo per altre 47 gare tra campionato e coppa, senza però lasciare particolarmente il segno anche per via dei diversi infortuni alla schiena che ne hanno sempre limitato le prestazioni in campo. "Credo che sia una cosa grave" dichiarò al termine della gara di Glasgow Carlo Ancelotti in riferimento al presunto colpo ricevuto dal portiere brasiliano. Ma gli anni successivi al Milan di Dida furono un continuo di episodi grotteschi e diversi errori tra i pali. A Parma, ad esempio, nel 2008, s'infortunò in panchina senza giocare. Fu portato via in barella. Nel 2010 l'addio ai colori rossoneri e a quei tifosi che per diversi anni l'hanno esaltato come un idolo, tra i protagonisti assoluti dei successi in Champions e di quella vittoria in finale a Manchester contro la Juventus.