Cellino si è dimesso, non è più il presidente del Brescia: “Logorata la mia serenità”
Massimo Cellino non ha retto la pressione e ha preso la decisione più difficile: dimettersi dalla carica di presidente del Brescia. L'ex patron del Cagliari, in carica al club lombardo da cinque anni, ha scritto una lunga lettera apparsa sui canali ufficiale delle Rondinelle spiegando le ragioni della sua decisione. Cellino in questo momento non riesce più a concentrare le sue energie attorno alla squadra per via di alcune vicende legali che dovrà seguire da vicino e con molta attenzione. Il primo appuntamento è fissato per venerdì 9 dicembre, al Tribunale del lavoro di Brescia, con la vertenza di Fabio Grosso il quale ha allenato il Brescia per tre giornate nel 2019 e che chiede gli venga riconosciuto il trattamento di fine rapporto.
Ma non è tutto, perché venerdì 27 gennaio 2023 è stata fissata poi l’udienza del ricorso in Cassazione, depositato dalla difesa, contro il maxi sequestro da oltre 55 milioni 266 mila euro disposto in estate dal (secondo) Riesame. Il tutto si concluderà il 30 gennaio con l’udienza preliminare per l’inchiesta sull’acquisto dell’area di Torbole Casaglia per il centro sportivo, dopo il rinvio del 24 ottobre scorso. Agenda dunque ricca di impegni che necessitano di grande attenzione da parte di Cellino che ha scritto a tifosi e società. La sua uscita dal Cda potrebbe comportare anche una vendita del club.
"Con la presente rassegno con effetto immediato le mie dimissioni da Presidente della Società e da componente del Consiglio di Amministrazione, dimissioni peraltro già annunciate e temporaneamente sospese nel c.d.a. del 24 ottobre 2022″. Cellino spiega ai sostenitori delle Rondinelle le ragioni della sua scelta, difficile ma necessaria: "Le ragioni della decisione, che ho assunto dopo un profondo travaglio interiore sono sia di carattere personale che legate alla preoccupazione di garantire la più efficiente gestione della Società in modo che possa conseguire i migliori risultati sportivi – si legge – Sul piano personale, il procedimento penale, che mi vede coinvolto e che dura ormai da ben due anni, nell’ambito del quale è stato emesso il provvedimento di sequestro che coinvolge di fatto il Brescia Calcio, ha ormai logorato la mia serenità, necessaria ai fini della gestione di un’impresa complessa quale è una squadra di calcio".
Cellino a questo punto si rivolge anche alla squadra attualmente ferma al settimo posto e con una vittoria che non arriva dal 16 settembre quando al Rigamonti il Benevento fu sconfitto 1-0. Da quel giorno sono arrivate 2 sconfitte 5 pareggi nelle successive 7 partite. "Per quello che concerne, poi, gli interessi di squadra, alla difficoltà sul piano personale cui ho sopra accennato si deve aggiungere che l’esistenza del sequestro introduce una serie di vincoli che mal si conciliano con la flessibilità e la speditezza di decisioni che una gestione efficiente di una società di calcio richiede – aggiunge ancora il presidente – Del resto, sono certo che la squadra sia più forte di quanto si pensi e i risultati non raggiunti ultimamente sono figli del mio stato d’animo che si riflette sulla squadra e non lo dico da tifoso, ma per la mia pluriennale esperienza nel calcio.
Sono convinto che con le mie dimissioni la Società sarà in condizione di individuare, d’intesa con gli organi giudiziari, una persona che, con più serenità, potrà portare il Brescia Calcio a quei risultati che la passione dei tifosi merita". Cellino ringrazia tutti e augura tutte le fortune del mondo al Brescia in un saluto che sembra essere quasi un addio a tutti gli effetti.