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Cellino esalta il Brescia e getta ombre sulle squadre italiane: “Alcune non hanno neanche i palloni”

Massimo Cellino esalta il modello Brescia e getta ombre sul calcio italiano e su alcune squadre di Serie A e Serie B. Il patron delle Rondinelle, speranzoso che possa andare a buon fine il ripescaggio dei lombardi, non si è risparmiato: “Alcune squadre non hanno neanche i palloni”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Dal 30 giugno al 7 luglio la Serie B farà luce su eventuali esclusioni e conseguenti ripescaggi per il prossimo campionato 2023/2024. In trepidante attese le tifoserie di Lecco, Reggina, Brescia e Perugia. I primi per via della vicenda riguardante lo stadio e il mancato ok della Prefettura per il via libera all'impianto di Padova, i calabresi ancora alle prese con inadempienze finanziarie, e infine Rondinelle e umbri che sono spettatori non paganti della vicenda ma che potrebbero tornare protagoniste per un possibile ripescaggio proprio al posto di questi due club.

La pronuncia della Covisoc a fine mese farà ulteriormente chiarezza su come si formulerà la prossima stagione del campionato cadetto e nel frattempo il presidente del Brescia, Massimo Cellino, si è già portato avanti presentando domanda d'iscrizione sia per lo stesso campionato di Serie B che per quello di C. Sta puntando fortemente sul ripescaggio dei lombardi e oggi ha anche espresso alcune brevi considerazioni. Al termine dell'udienza davanti al tribunale del riesame di Brescia, nella mattinata odierna, chiamato a pronunciarsi su una sua richiesta di dissequestro dei beni personali che ammontano a circa un milione di euro, dopo che già gli erano stati dissequestrati 58 milioni di euro, il patron delle Rondinelle ha gettato ombre sulla situazione attuale di alcuni club della serie cadetta.

Cellino in tribuna a marzo durante la sfida del Brescia contro il Genoa.
Cellino in tribuna a marzo durante la sfida del Brescia contro il Genoa.

Cellino ha parlato come al solito senza filtri sottolineando come il Brescia sia una delle società più sane del calcio italiano a prescindere dalla classifica e dai campionati che giocherà da qui ai prossimi anni. Intercettato dalla stampa durante il percorso al palazzo di giustizia, il patron dei lombardi ha espresso tutto il suo rammarico: "A me interessa essere iscritto in A e non in B, perché il Brescia è una società da Serie A – ha spiegato a chi gli domandava chiarezza sulla vicenda secondo quanto emerso dal Giornale di Brescia -. La mia contestazione in atto va oltre la classifica. In Italia c'è qualche società che non ha nemmeno i palloni, e allora io sono un co***one ad aver uno stadio e un centro sportivo a Brescia".

Cellino punta il dito contro un sistema malato, totalmente da rifondare: "Qui si spendono soldi per procuratori e per strapagare i giocatori e non si tiene un soldo per costruire le strutture – ha spiegato ancora sottolineando le falle enormi che ci sono proprio nel calcio italiano – Ma queste strutture sono fondamentali per lo sport". A chi invece ha provato a chiedergli delucidazioni sulla situazione attuale del Brescia che resta in attesa di una speranza per il ripescaggio, Cellino ha risposto in maniera molto netta: "Il futuro del Brescia non appartiene più a me".

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