video suggerito
video suggerito

Ceferin un gigante, Darijo Srna racconta come ha salvato lo Shakhtar: “L’ho chiamato e ho pianto”

Il Direttore Sportivo dello Shakhtar, Darijo Srna, racconta cosa ha fatto il presidente dell’UEFA Ceferin per portare in salvo gli stranieri della squadra, brasiliani e italiani: “È un grande uomo, non lo dimenticheremo mai”.
A cura di Paolo Fiorenza
1.693 CONDIVISIONI
Immagine

Sono tempi terribili per il mondo, tempi in cui girarsi dall'altra parte non è possibile. Giorni in cui bisogna dimostrare di voler e poter dare qualsiasi contributo che sia in nostro potere per porre fine alle atrocità che arrivano dall'Ucraina. Essere uomini, né più né meno. È quello che ha fatto Aleksander Ceferin nel silenzio più assoluto, qualcosa di cui si aveva avuto sentore dalle parole che già aveva speso per lui Roberto De Zerbi quando aveva ringraziato il presidente UEFA per il ruolo avuto nella sua fuga da Kiev sotto le bombe russe.

"Siamo tornati a casa grazie all'impegno del presidente della Uefa Ceferin che è stato di un'umanità, di una sensibilità incredibile", aveva detto l'allenatore dello Shakhtar appena rientrato in Italia. Adesso l'intera storia, il ruolo provvidenziale avuto dal 54enne dirigente sloveno, emerge in tutta la sua luce e purezza dalle parole di Darijo Srna, leggenda del calcio croato che ha chiuso la carriera a Cagliari e che attualmente ricopre il ruolo di Direttore Sportivo dello Shakhtar.

Intervistato dal quotidiano croato Sportske novosti, Srna riavvolge il nastro fino alla drammatica notte dell'attacco russo, quando si trovava nella capitale Kiev: "La gente mi chiede se sapevamo che sarebbe successo. No, solo un uomo lo sapeva… Quando tutto è iniziato, mercoledì alle 4.15 del mattino, mi sono svegliato immediatamente e ho capito cosa stava accadendo. Ho chiamato due amici croati, poi sono andato al nostro hotel e ci siamo dati da fare per portare lì i nostri stranieri del club. Presto li abbiamo riuniti tutti. Erano quasi 50 i brasiliani con le loro famiglie, anche la nostra rappresentanza italiana era numerosa. In albergo sono venuti anche alcuni stranieri della Dinamo Kiev. Il passo successivo sono state le chiamate alle ambasciate, è logico che ti aspetti il ​​massimo aiuto da loro. E le persone delle ambasciate hanno fatto del loro meglio per aiutarci, ma non sono riuscite a trovare un modo per garantire che i nostri giocatori e allenatori lasciassero il Paese".

Anche Srna, come De Zerbi, sarebbe potuto partire da solo, abbandonando i giocatori e il resto della truppa al suo destino, ma esattamente come l'allenatore italiano anche lui non se l'è sentita: "Come tutti gli altri, sarei dovuto andare da solo, salire in macchina e partire. Ma sia io che gli italiani ci siamo rifiutati, non volevamo lasciare i nostri brasiliani. Non potevo essere io il primo a lasciare lì tutti quei giocatori, le loro famiglie, i bambini… I nostri brasiliani sono ragazzi di 18, 19, 20 anni, quindi sono ancora giovanissimi. Dovevo stare con loro e trovare una soluzione".

Soluzione che è arrivata appellandosi ad un tentativo disperato, telefonare al capo dell'UEFA per qualcosa che col calcio non aveva nulla a che fare: "Ho chiamato il presidente UEFA Alexander Ceferin – racconta Srna, rivivendo quelle ore drammatiche – l'ho chiamato personalmente. Il nostro club aveva un buon rapporto con lui, l'ho conosciuto, ho sentito che era un uomo giusto e quando ho visto che non avevamo scampo me lo sono ricordato. ‘Presidente, aiutaci, abbiamo bisogno di te', gli ho detto, e ad un certo punto ho pianto. Ceferin ha fatto subito tutto, ancora di più, chiamava nel cuore della notte in cerca di soluzioni. Ha difeso i nostri giocatori e le loro famiglie come fossero i suoi figli, non so chi ha chiamato e cosa ha fatto, ma eravamo in contatto costante e mi assicurava che avrebbe trovato una soluzione ad ogni costo, ma che non ci avrebbe lasciato intrappolati".

Il presidente dell'UEFA Aleksander Ceferin
Il presidente dell'UEFA Aleksander Ceferin

A quel punto il dirigente dello Shakhtar ha pensato che poteva lasciare Kiev devastata dagli attacchi russi: "Decido di salire in macchina e partire per l'Ungheria. Ma Ceferin non aveva ancora risolto la questione dei nostri stranieri. L'ho chiamato e gli ho chiesto cosa stesse succedendo, quando avremmo risolto il nostro dramma. Ceferin mi ha detto che aveva una soluzione e ha promesso che tutti questi giocatori e le loro famiglie avrebbero lasciato l'Ucraina di sicuro. Con la sua promessa, sono salito in macchina e ho messo in collegamento Ceferin direttamente con il nostro brasiliano Junior Moraes, perché parla bene l'inglese. Circa 18 ore dopo aver iniziato il mio viaggio di 37 ore, Ceferin mi ha informato di aver messo i brasiliani con le loro famiglie su un treno che li avrebbe portati in salvo. Una decina di ore dopo, mi ha detto che anche agli italiani era stato fornito un treno che li avrebbe portati al confine, così lunedì mattina sono finalmente arrivati ​​a casa in Italia. Sono arrivato in Ungheria con tanta calma e gioia, per quanto lo si possa essere in tali circostanze".

Darijo Srna non ha parole per cercare di far capire la portata del gesto di Ceferin, che si è dimostrato un gigante nell'ora più disperata: "Che sia riuscito a raggiungere la posizione di presidente dell'UEFA da un piccolo Paese non è la cosa più importante nella vita di Ceferin. Il suo più grande successo è che è un grande uomo, che ha mostrato grandezza quando le persone in un grande dramma avevano davvero bisogno di lui. Non lo dimenticheremo mai. Io personalmente, ma né lo Shakhtar, né la Federcalcio ucraina, l'intera Ucraina, ma tutte brave persone. Un ruolo importante è stato svolto anche dal presidente della Federazione ucraina, Andrei Pavelko, che ha aiutato Ceferin per tutto quel tempo a trovare le soluzioni. Il nostro intero dramma è durato alcuni giorni, ma credetemi, un secondo in queste circostanze dura come un'ora. Tuttavia, l'UEFA ha il privilegio di avere Ceferin al timone".

Un racconto che fa onore ad Aleksander Ceferin: poteva girarsi dall'altra parte o arrendersi alle difficoltà dell'impresa, invece ha dimostrato che Srna aveva visto giusto quando ha deciso che era l'uomo giusto cui affidare il destino di tante persone alle prese con la battaglia per la vita.

1.693 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views