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Superlega europea di calcio

Ceferin minaccia Juve e Milan: “Fuori dalla Champions chi è nella Superlega”

Perdonare va bene, ma essere presi per stupidi no. Il presidente dell’UEFA Alexander Ceferin minaccia senza giri di parole i club che ancora oggi sono dentro al progetto Superlega, avendo solo deciso di rimandarlo a tempi migliori: “Se dicono che sono una Superlega, allora non giocano in Champions League, ovviamente”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nessuna rappresaglia, nessuna esecuzione sommaria, nessuna espulsione dalle attuali semifinali delle coppe europee. Ma la ‘ribellione' dei club che hanno dato vita alla fallita Superlega non può finire a tarallucci e vino. Certamente non per chi ancora oggi insiste a non abbandonare il progetto, rimandandolo a tempi migliori.

O dentro o fuori, ora o mai più. Questo è il senso delle parole di Alexander Ceferin all'agenzia AP: "È chiaro che i club dovranno decidere se sono una Superlega o se sono un club europeo. Se dicono che sono una Superlega, allora non giocano in Champions League, ovviamente… e se sono pronti a farlo, possono giocare nella loro stessa competizione".

E poiché, come detto chiaramente da Florentino Perez, "Juventus e Milan sono ancora dentro", ecco che l'invito del presidente UEFA è rivolto a loro, oltre che a Real Madrid e Barcellona. Sono questi i quattro club che – dopo l'addio delle 6 inglesi nella serata di martedì e poi l'indomani quello di Inter e Atletico Madrid – ancora tengono in piedi il fantasma della competizione che doveva "salvare il calcio".

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Ma adesso è arrivato il momento delle scelte, anche se bisogna ricordare che le procedure di uscita non sono semplici come bere un bicchier d'acqua e c'è anche la questione delle penali, con dettagli e cifre che sono noti solo agli interessati. Questo spiega i comunicati dei club, con giri di parole che parlano di "procedure avviate" e non sono netti come ci si aspetterebbe da chi ripudia completamente un progetto.

È chiaro che ci sarà molto lavoro da fare per gli uffici legali, intanto Ceferin va dritto per la sua strada, forte del consenso di tifosi e opinione pubblica: "Stiamo ancora aspettando il parere legale e poi parleremo, ma tutti devono affrontare le conseguenze delle loro decisioni e lo sanno. Per me è una situazione molto diversa tra i club che hanno ammesso il proprio errore e hanno detto: ‘Lasceremo il progetto'. Gli altri fondamentalmente sanno che questo progetto è morto, ma probabilmente non vogliono crederci. Abbiamo concordato oggi all'Esecutivo di prendere contatto con le federazioni calcistiche, le federazioni nazionali e le leghe interessate. Lo faremo la prossima settimana e vedremo. Sarebbe bello poter vedere cosa possono fare singole leghe, cosa possono fare le federazioni e cosa può fare la UEFA".

La settimana prossima se ne sapra di più, ma non finisce qua.

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