Ceferin fa i nomi dei due club infiltrati nella Superlega: avevano fatto la spia
Il progetto Superlega è in fase ‘dormiente', in attesa che l'Unione Europea si pronunci in via definitiva (dopo il primo parere negativo espresso dall'avvocato generale) sull'accusa di monopolio calcistico rivolta dai club ‘ribelli' all'UEFA: un giudizio da cui dipenderà, probabilmente senza una seconda carta da giocare, la possibilità o meno che qualcuno possa organizzare in Europa un torneo per club alternativo alla Champions League. A dire il vero, secondo l'UEFA, chiunque potrebbe farlo quando vuole, a patto che non pretenda di giocare contemporaneamente anche le competizioni che organizza il massimo ente continentale, inclusi i campionati nazionali.
Il ‘fortino' della Superlega resta al momento presidiato da soli tre club tra i dodici fondatori: Juventus, Real Madrid e Barcellona non mollano l'osso, come ha detto chiaramente il mese scorso quell'Andrea Agnelli che – pur non avendo più alcun ruolo ufficiale nel club bianconero dopo le sue dimissioni – è molto vicino all'A22 Sports Management, ovvero la società che continua a mandare avanti il progetto, riveduto e corretto. "Il monopolio dell'UEFA deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile, un futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualifichino una volta per le competizioni europee – aveva detto Agnelli, insistendo poi sul fatto che i vincitori oggi sono sempre gli stessi – Una Superlega è necessaria, perché se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio".
Dal canto suo il presidente dell'UEFA Aleksander Ceferin continua a trattare in maniera sprezzante l'iniziativa secessionista e i suoi autori: "Quando si sono lamentati di volere la loro Superlega, potevano farla. Siete in tre, potere giocare la vostra Superlega. A nessuno importa. Nessuno li vuole, il calcio non li vuole", ha detto nelle scorse ore a Sky Bet.
Nell'intervista, il 55enne dirigente sloveno ha svelato un retroscena inedito su quei concitati giorni in cui nell'aprile del 2021 dodici club provarono a forzare la mano annunciando la creazione di un nuovo torneo europeo che avrebbe dovuto segnare l'inizio di una nuova era, rivoluzionaria per società e tifosi. Le prime si sarebbero messi in tasca tutti gli introiti, mentre i secondi avrebbero avuto sempre partite tra top club. Tuttavia furono proprio i tifosi ad insorgere e far saltare tutto, costringendo in primis le sei squadre inglesi che avevano aderito a fare rapidamente marcia indietro nell'arco di una notte. La verità è che l'UEFA e Ceferin sapevano già tutto, grazie alla spiata fatta da un paio di club: il Chelsea, che all'epoca era ancora di proprietà di Roman Abramovich, e il Manchester City erano entrambi riluttanti a sposare il progetto e rompere con l'UEFA "fin dall'inizio".
"Quando sono arrivato in Svizzera, ho ricevuto una telefonata da uno dei club inglesi – ha raccontato il numero uno dell'UEFA – Mi diceva che avrebbero dovuto aderire a questo progetto. A loro non piaceva, ma non volevano essere gli unici fuori. Due squadre in Inghilterra stavano esitando molto, mi hanno detto che volevano rimanere amici con noi, i nostri amici dall'interno della Superlega. Sia il Chelsea che il Manchester City sono stati titubanti fin dall'inizio ed è stata una di queste squadre a chiamarmi".
Parlando dei club della Premier League che hanno maggiormente sostenuto il progetto, Ceferin ha spiegato chi fossero: "Per quanto ne so, i proprietari Manchester United erano molto coinvolti ed anche il Liverpool. Penso che quei due fossero dalla parte inglese i più coinvolti, gli ultimi ad entrare sono stati Chelsea e Manchester City. Non sono sicuro di Tottenham e Arsenal".
Sulla base delle proteste e criticità evidenziate rispetto al primo format ‘chiuso' a 20 squadre che era stato presentato all'epoca dalla Superlega, l'A22 il mese scorso ha annunciato i propri piani per rilanciare il progetto con una struttura più ampia a 80 squadre e un sistema che preveda promozioni e retrocessioni tra più leghe. Niente che possa avere successo, a parere di Ceferin, senza il sostegno delle squadre della Premier League: "Senza i club inglesi la Champions League non è la stessa e nessuna Superlega esisterebbe. I club tedeschi sono nella stessa posizione di quelli inglesi, ma non abbiamo avuto proteste in Germania perché nessun club tedesco si è unito alla Superlega. Se il Bayern Monaco o il Borussia Dortmund si unissero al progetto, vedreste le persone per strada, proprio come le avete viste in Inghilterra. La Francia è contraria. In Spagna, su venti club della Liga, diciotto sono contrari". Insomma, anche con questa nuova formula, la Superlega non ha nessuna chance per il boss dell'UEFA.