Ceferin e il disperato messaggio alla moglie di Agnelli: lo chiamasse con urgenza
La storia del fallimento della Superlega non è solo la fine del sogno di pochi di inventare un "nuovo calcio" che andasse a loro esclusivo vantaggio, ma anche la vicenda tutta privata di un'amicizia vera che diventa tradimento dal giorno alla notte. Mai come in questa storia pubblico e privato sono intrecciati intimamente fino a diventare la verità dei fatti, così come raccontata da Alexander Ceferin e non negata ancora da Andrea Agnelli.
Lo stesso presidente UEFA aveva raccontato come – fino a poche ore prima del colpo di mano annunciato dagli ‘scissionisti' nella notte tra domenica e lunedì – il suo amico Andrea, della cui figlia è padrino di battesimo, avesse giurato e spergiurato che no, non c'era nulla di vero, che lui e la Juventus lavoravano di concerto con la grande famiglia del calcio europeo per contribuire alla scrittura della nuova Champions League. Unità, lealtà, amicizia. Tutto spazzato via in un sabato pomeriggio.
"Sabato ho ricevuto chiamate da 5 dei 12 club, mi hanno detto che avrebbero firmato. Allora ho chiamato Agnelli e mi ha detto che non era vero, che erano stronzate, che era tutto inventato. Gli ho detto che se era così avremmo potuto uscire con una dichiarazione pubblica. Mi ha detto: ‘Perfetto, prepara una bozza'. Quando l'ha vista ha detto che non gli piaceva molto la bozza, che l'avrebbe cambiata un po' e mi avrebbe richiamato. Ma non ha più chiamato e ha spento il telefono".
Sono stati momenti drammatici anche sul piano dei sentimenti personali e il ‘New York Times' – che evidentemente può averlo saputo solo dal diretto interessato – aggiunge un retroscena ancora più intimo, che dà l'idea del rapporto esistente tra le due famiglie.
È sabato scorso ed ormai le voci sull'imminente annuncio della Superlega sono diventate certezza per Ceferin, che è in viaggio in macchina da Lubiana al suo ufficio in Svizzera: un viaggio di parecchie ore, durante le quali è praticamente sempre al telefono. O almeno ci prova. Perché Agnelli non gli risponde. A quel punto il numero uno dell'UEFA manda un messaggio alla moglie dell'amico e chiede se può dire ad Andrea di chiamarlo con urgenza. È in viaggio da tre ore quando finalmente il telefonino squilla. Con disinvoltura Agnelli rassicura Ceferin, ancora una volta, che va tutto bene. Da lì parte il balletto delle chiamate raccontate dallo sloveno, fino all'atto finale: il presidente della Juve dice che ha bisogno di altri 30 minuti per rivedere il comunicato congiunto. E poi spegne il telefono.
Prima ancora che i rapporti sportivi, occorrerà ricostruire quelli personali. Se è possibile.