Ceferin e Agnelli, primo faccia a faccia: non lo chiama per nome e gli rivolge un’accusa orribile
Per la prima volta da quando nell'aprile del 2021 dodici top club europei provarono a dare una spallata alle istituzioni calcistiche tradizionali dando vita ad una nuova competizione, la fantomatica Superlega, uno dei capi della ‘ribellione' – Andrea Agnelli – si è trovato faccia a faccia col presidente dell'UEFA Aleksander Ceferin, sia pure in video collegamento dai suoi uffici in Svizzera.
L'occasione è stata data dal Financial Times Business of Football Summit di Londra, meeting dove il presidente della Juventus parlerà più tardi. Nei giorni scorsi erano trapelate voci secondo le quali Agnelli nel suo intervento odierno avrebbe rilanciato il progetto della Superlega con alcuni cambiamenti di format, pattuiti con gli altri due club che ancora insistono nella volontà di andare avanti, ovvero Real Madrid e Barcellona. Una novità su tutte: il nuovo torneo non sarebbe ‘chiuso' con membri fissi a partecipazione garantita per un certo numero di anni, ma avrebbe una struttura ‘meritocratica', come da tradizione delle competizioni europee cui si accede dopo essersi qualificati dai campionati nazionali.
Ben sapendo cosa bolle in pentola, Ceferin ha dunque deciso di giocare d'anticipo, attaccando ancora una volta il progetto della Superlega e i suoi protagonisti temerari. L'accusa del presidente dell'UEFA è durissima: Agnelli, Laporta e Florentino Perez starebbero cercando di riportare in auge l'idea della Superlega approfittando che tutta l'attenzione in questo momento è rivolta al conflitto in atto tra Russia e Ucraina: "Devo dire che chi parla di Superlega non parla di calcio. Sono stufo e stanco di questo progetto non calcistico. Prima hanno lanciato questa idea assurda nel mezzo di una pandemia. Ora leggiamo articoli che stanno pianificando di lanciare un'altra idea nel bel mezzo di una guerra. Devo parlare ancora di queste persone? Ovviamente vivono in un mondo parallelo".
"Mentre noi salviamo i giocatori, insieme ad altre parti interessate, e lavoriamo per aiutare in una situazione terribile, loro lavorano a un progetto del genere – ha continuato Ceferin – Possono pagare chi vogliono per far scrivere ‘questo è un bel progetto, sono pieni di solidarietà, ci sarà beneficenza per i piccoli club'. Questa è una sciocchezza e lo sanno tutti. Uno di loro dopo mi ha chiamato e si è scusato, ma poi vanno ancora avanti. Per loro, i tifosi sono clienti. Per noi, i tifosi sono tifosi. Per noi il calcio riguarda i calciatori e i tifosi. Tutto il resto è supporto".
Il numero uno dell'UEFA si è poi rivolto direttamente ad Agnelli, ma in tutto il suo discorso non ha mai nominato il suo ex grandissimo amico, della cui ultima figlia era stato padrino di battesimo, definendolo "uno di loro": "È interessante che stiano criticando l'UEFA, criticando l'ECA. Uno di loro era il presidente dell'ECA e c'è una sua frase in cui elogiava il sistema una settimana prima del lancio della Superlega. Ovviamente i tifosi non sono importanti per loro, perché i tifosi hanno lanciato una petizione chiamata ‘niente più Superlega' e a loro non importa".
Ceferin ha poi ribadito il punto cardine della posizione dell'UEFA da lui presieduta: o i club giocano le competizioni europee tradizionali, Champions League in primis, oppure i tornei privati. "Voglio dire che possono giocare la loro competizione, nessuno vieta loro di giocarla, ma se giocano la loro, non possono giocare la nostra competizione", ha scandito con chiarezza. A questo punto è attesa la replica di Agnelli & Co.