Ceferin dipinge Agnelli come un terrapiattista: “È pronto a uccidere il calcio”
Una pugnalata. A quasi un anno di stanza il progetto Superlega è una ferita che sanguina ancora. Juventus, Barcellona e Real Madrid, con la complicità dei club inglesi, di Inter e Milan oltre ai bianconeri (tutte uscite subito dal piano) tentarono il colpo di mano: farsi un campionato a parte per pochi eletti che avrebbe garantito introiti nettamente superiori rispetto a quelli erogati dalla Uefa. Soldi come manna dal cielo per società ricche ma indebitate e messe spalle al muro dalla crisi economica generata. Il golpe durò pochissimo, fallì in meno di 48 ore ma quanto accadde allora ha incrinato rapporti, ne ha strappato altri in maniera irrimediabile, aperto la strada a un contenzioso legale.
Il presidente della Uefa, Aleksander Čeferin, ancora oggi ne parla con fastidio. Quando nel corso dell'intervista al Journal du dimanche gli menzionano quei momenti convulsi li ripercorre con intransigenza glaciale, certo che quell'episodio può definirsi in un unico modo, con una sola parola: tradimento. "Sappiamo che alcuni club stavano pianificando quel progetto da tre anni. Annuivano e stringevano mani ma stavano già pianificando una separazione. Quando hai persone nel tuo comitato esecutivo, compreso il presidente Andrea Agnelli, che negoziano e cercano di trovare soluzioni, è molto difficile immaginare uno scenario del genere".
Proprio il rapporto con il numero uno della Juventus è un nervo ancora scoperto. Ceferin lascia una porta aperta ma più che tendere la mano fa sapere che al suo cospetto accetterà solo controparti a capo chino per quel che è successo. Non tocca a lui fare il primo passo. "Dopo aver pugnalato me e la Uefa penso che spetti a loro (Juve, Barça e Real ndr) chiamare. Non lo hanno ancora fatto. Nello stesso modo in cui la Terra è piatta, pensano ancora che la Superlega esista. Eppure, cosa strana, sono stati i primi a firmare per giocare in Champions League in questa stagione… Ma se mi chiedessero un incontro, non lo negherei".
Con Agnelli le cose sono diverse perché diverso (così credeva) era il rapporto con il presidente dei bianconeri. "Proprio perché con lui ne avevo uno intenso, oggi non esiste più – ha aggiunto Ceferin -. Non ho un problema con lui ma sono rimasto impressionato dal fatto che persone nel calcio da anni siano pronte a ucciderlo per interessi di parte. Le uniche cose che arrivano da loro sono cause che non hanno motivo di esistere. Nessuno vuole la Superlega eccezion fatta per quei pochi che pensano che il calcio sia solo questione di soldi".