Cech svela il segreto di Mourinho: “Spero che non gli dispiaccia se lo dico”. Erano tante bugie
José Mourinho non resterà disoccupato a lungo dopo l'esonero incassato dalla Roma lo scorso 16 gennaio: il 61enne allenatore portoghese ha ancora tanti estimatori in giro per l'Europa. A questo giro potrebbe finire al Bayern Monaco al posto del traballante Tuchel e starebbe già studiando il tedesco per farsi trovare pronto. Mourinho lo si ama o lo si odia: sicuramente tutti i suoi calciatori erano pronti a dare tutto per lui in campo, ripagati dalla strategia comunicativa dello Special One. Una strategia sistematicamente basata sulle bugie, come ha ora svelato Petr Cech, che con lui al Chelsea ha vinto tre Premier League.
Tutto verteva intorno ai famigerati ‘mind games' di Mourinho, i trucchi mentali con cui prendersi dei vantaggi psicologici sugli avversari prima di scendere in campo. Il confronto coi media era una chiave di questa tattica, come ha raccontato Cech a Sky Sports: "La gente ha questa percezione di José dalle TV e dalle conferenze stampa. Spero che non gli dispiaccia se lo dico, a volte veniva da noi e diceva: ‘Ragazzi, questo è quello che voglio e quello che penso veramente. Questo è ciò che faremo veramente, ma andrò alla conferenza stampa e dirò questo e quello, quindi non siate sorpresi. È solo una cosa che voglio che sentano. Voglio che abbiano quel tipo di sentimento nei nostri confronti perché voglio che poi facciano questo".
"Quindi a volte quello che ha fatto era in realtà pianificato per togliere pressione alla squadra, per fare giochi mentali con l'avversario. In questo era sempre un passo avanti", ha spiegato l'ex portiere dei Blues, oggi 41enne dedito all'hockey su ghiaccio. Il calciatore ceco non ha escluso che Mourinho possa tornare al Chelsea una terza volta: "Non si sa mai".
Il tecnico di Setubal aveva ingaggiato Cech proprio nella sua prima stagione in carica a Stamford Bridge, nell'estate del 2004, vincendo subito due campionati nei primi due anni. Poi la coppia aveva portato a casa un'altra Premier nel 2015, prima che a dicembre – dopo una partenza disastrosa, il Chelsea era 12simo – allenatore e club risolvessero il contratto. Poi ci sono state Manchester United, Tottenham e Roma, in attesa di una nuova avventura e di nuovi, immancabili, ‘giochi mentali'.