C’è un’ipotesi remota di spareggio tra Manchester City e Liverpool: la Premier non è come la Serie A
Battendo il Southampton in rimonta martedì sera, il Liverpool ha tenuto vive le proprie speranze di vincere la Premier League, proseguendo nel progetto di ‘quadruple' cominciato a febbraio con la vittoria della Carabao Cup in finale ai rigori sul Chelsea e poi rimpolpato col trionfo in FA Cup di sabato scorso sugli stessi avversari e sempre ai rigori. Premier e Champions League sono i due obiettivi rimasti, e se nel secondo caso i Reds partiranno alla pari nell'atto conclusivo del 28 maggio contro il Real Madrid, per quanto riguarda il campionato inglese il Manchester City ha ancora un vantaggio di un punto ad una giornata dalla fine. Il che significa che gli uomini di Guardiola sono padroni del proprio destino: se batteranno in casa l'Aston Villa saranno campioni, altrimenti – in caso di sconfitta o pareggio – un successo di Salah e compagni ad Anfield contro il Wolverhampton farà partire la festa nel Merseyside.
Il Liverpool sembra non avere alcuna alternativa alla vittoria – visto che se anche pareggiasse e il City perdesse, facendo appaiare le due squadre a quota 90 – la differenza reti al momento favorevole agli Sky Blues assegnerebbe loro il titolo. A meno che il pareggio tra Liverpool e Wolverhampton non fosse da consegnare agli annali per numero di reti e contemporaneamente il City prendesse una lezione epocale dall'Aston Villa: in quel caso, remotissimo ma esistente, si giocherebbe uno spareggio per decidere il vincitore della Premier League, uno scenario che il regolamento della Serie A esclude ed invece è espressamente previsto in quello della lega d'elite inglese.
Ma andiamo con ordine. Ci sono due differenze sostanziali tra i regolamenti dei due massimi tornei, italiano e inglese. La prima riguarda i criteri per dirimere la parità in caso di squadre appaiate a pari punti: la Serie A prevede prima di tutto gli scontri diretti tra i club in questione (o la classifica avulsa nel caso siano più di due) e soltanto dopo la differenza reti generale e il numero di reti totali segnate; i criteri sopra indicati sono invertiti nel regolamento della Premier League, con gli scontri diretti eventualmente considerati solo dopo la differenza reti generale e il numero di gol segnati nell'intero torneo. La seconda discrepanza riguarda l'ultimo criterio residuo nel caso che la parità persista dopo aver considerato tutti gli altri: in Italia si farebbe ricorso al sorteggio, ovvero si tirerebbe in aria la classica monetina, mentre in Inghilterra si giocherebbe uno spareggio in campo neutro.
E poiché gli scontri diretti stagionali tra Manchester City e Liverpool sono terminati entrambi 2-2, lo spareggio sarebbe considerato subito dopo aver accertato la parità nei primi due criteri: differenza reti generale e gol totali segnati. Ebbene ad ora il City è a +72, con 96 reti segnate e 24 subite, mentre il Liverpool è a + 66 (91-25). Per livellare tutti questi numeri servirebbero questi due risultati esatti nell'ultimo turno di Premier: un pareggio per 5-5 tra Liverpool e Wolverhampton, ed una sconfitta per 6-0 del City contro l'Aston Villa. A quel punto la tabella delle reti fatte e subite direbbe 96-30 per entrambe le squadre e il titolo si giocherebbe in uno spareggio, come mai accaduto in passato. "Se due squadre non possono essere separate in base alle regole C.17.1 e C.17.2, ci sarà uno spareggio su campo neutro, il cui formato, tempi e luogo saranno determinati dal board", recita la regola.
Al di là delle scarsissime possibilità che si verifichino i due risultati in questione, l'idea di decidere il campionato in ultima istanza con un match tra le dirette contendenti – quando siano in perfetta parità quanto al resto – sembra decisamente più sportiva del sorteggio nudo e crudo previsto dal regolamento della Serie A: uno scenario da brividi solo a pensarci.