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C’è una cosa che Cassano non rifarebbe più: “Gli mancai di rispetto, mi sono sentito una me***”

Antonio Cassano nel 2010 ebbe una lite che non l’allora presidente della Sampdoria Riccardo Garrone. Si ruppe così un rapporto che fino a quel momento era stato molto affettuoso. Cassano tornando indietro non si comporterebbe in quel modo.
A cura di Alessio Morra
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Antonio Cassano è stato uno dei calciatori italiani più talentuosi della sua generazione, ha avuto una lunga carriera, contraddistinta anche da una serie di episodi extra campo che lo hanno condizionato. Cassano è un uomo verace, che non si fa molto problemi a dire ciò che pensa e in alcuni momenti ha avuto difficoltà con allenatori e presidenti. Non si è pentito di nulla, eccetto che di una cosa: della lite con l'allora presidente e proprietario della Sampdoria Riccardo Garrone.

Quando Cassano litigò con Garrone

In un'intervista rilasciata a Marco Tardelli, per il programma Rai ‘L'Avversario', l'ex calciatore di Roma e Real Madrid si è confessato ha parlato di tutto e ha ricordato con rammarico enorme quanto accadde nel 2010 quando mancò di rispetto al presidente blucerchiato Garrone, e finì successivamente fuori squadra, prima di essere ceduto nel mese di gennaio al Milan.

Il 29 ottobre 2010 il calciatore rispose in malo modo a Garrone, che gli aveva chiesto, mentre erano al centro sportivo Mugnaini, di presenziare a un evento a Sestri Levanti. Garrone insistette, Cassano sbottò e reagì in modo focoso, usando parole feroci e volgari. La sua esperienza alla Sampdoria finì lì, ma si chiuse anche un rapporto umano che fino a quel momento era stato meraviglioso.

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Il pentimento di Cassano: "É l'unica cosa che non rifarei"

A distanza di tanti anni Cassano non ripeterebbe quello che ha fatto, e anzi oggi è ancora molto pentito: "Tra tutto quello che ho fatto nel calcio, l'unica cosa che non rifarei, e pagherei per tornare indietro, è stato mancare di rispetto a Garrone. Lui mi aveva chiesto con educazione di andare a ricevere un premio, quello del miglior giocatore della stagione, a Sestri Levante. Io da invincibile gli dissi: "Io non vado, non mi frega niente". Lui continuò e mi disse: "Visto che tu non vuoi accettare io te lo chiedo da presidente, visto che sei un tesserato della Sampdoria". Li gli mancai di rispetto, dicendo delle parole, parolacce, e mi ricordo che andò via nero, senza dirmi una parola, giù di morale, non mi disse niente. Tu pensa che ogni lunedì veniva a casa di mia mamma a mangiare le orecchiette, avevamo un rapporto padre figlio, mi sono sentito una m***a".

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