C’è un testamento: “Se muoio dare chiavetta alla Procura”. Dentro prove sulle scommesse di Zaniolo
Nicolò Zaniolo insiste e lo ribadisce a chi in questi giorni glielo ha chiesto più volte, da suo padre Igor a sua mamma Francesca, al procuratore Vigorelli e agli avvocati Tognozzi e Conte che lo assistono dal punto di vista penale e sportivo: lui ha sì giocato su siti illegali, cadendo dunque nel reato di "esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa" per il quale è indagato dalla Procura di Torino assieme a Fagioli e Tonali e che gli costerà probabilmente solo una sanzione economica, ma non ha scommesso sul calcio. Men che meno su partite della Roma, come sostiene invece Fabrizio Corona.
"Un informatore mi ha rivelato che Zaniolo scommetteva sulla partita della Roma in Coppa Italia persino quando era in panchina", ha detto qualche giorno fa il fotografo, poco prima che le forze dell'ordine notificassero al calciatore la notizia di essere indagato nel blitz a Coverciano che ha portato al suo allontanamento dal ritiro dell'Italia prima della sfida con Malta. Zaniolo nega a tutto spiano, a breve sarà ascoltato anche lui dalla Procura e ribadirà la versione su cui resta fermo: ha giocato su piattaforme illegali, ma solo a poker e blackjack, non sul calcio. Una versione che non configura alcun reato sportivo e dunque lo metterebbe al riparo – se confermata – da qualsiasi rischio di squalifica.
In attesa che l'analisi dei dispositivi sequestrati a Zaniolo (così come a Tonali) dia qualche risposta in merito, restano le affermazioni della fonte di Corona, che poi si è appreso essere il 55enne Maurizio Petra, zio del calciatore ex Inter Antonio Esposito. Intervistato oggi da ‘La Verità', l'uomo non solo conferma tutto, ma aggiunge numerosi dettagli, in primis il nome di altri tre calciatori che a suo dire sarebbero coinvolti nel giro di scommesse sul calcio: Barella, Gyasi, Lamela. Petra ha così paura che le sue rivelazioni lo abbiano messo in pericolo di vita, visti gli ambienti in cui trovano terreno fertile questi giri di milioni legati al gioco d'azzardo illegale, che si è tutelato con un testamento, che è chiuso in un cassetto di uno studio legale di La Spezia.
Questo testamento è collegato ad una chiavetta, che in caso di morte di Petra sarà immediatamente data a chi indaga sulle scommesse: "Dispongo che la chiavetta USB allegata al presente testamento sia consegnata a cura dell'avvocato M.B. alla Procura della Repubblica di Torino per riferimenti al calcio scommesse", si legge in un foglio autografo della fonte di Corona.
L'avvocato Matteo Basso, interpellato dall'Ansa, ha confermato tutto: "Ho ricevuto una busta chiusa contenente un testamento e probabilmente un supporto informatico, ma non ho fatto domande di alcun tipo, non ne conosco il contenuto e tantomeno ho ascoltato eventuali file. L'ho ricevuto e l'ho messo al sicuro". La chiavetta contiene file audio e altri documenti. In particolare nell'audio definito "più importante" ci sarebbe la prova che Zaniolo scommetteva sul calcio, e non solo lui, contrariamente a quanto ha sostenuto finora.
"In un audio si sente chiaramente la voce di Antonio (Esposito, ndr) e di Zaniolo che conversano, secondo mio nipote, con altri calciatori di Serie A – spiega Petra – Uno ha un accento che sembra portoghese… parlano chiaramente di scommesse fatte, di somme vinte e perse (57.000 euro, 30.000, 6.000), di importi consistenti. Su specifica domanda di Antonio i presenti rispondono menzionando i nomi di Lamela, Gyasi, Barella, lo stesso Nicolò. Si sente Antonio dire: ‘State attenti, se vi beccano vi inc…' o qualcosa del genere. Mio nipote chiede anche: ‘Ma dove vi mettete a giocare?'. E, non ricordo chi, risponde: "Nelle stanze", senza specificare a quali stanze si riferisse".
Esposito ha smentito lo zio in maniera disperata ("sono distrutto, non c'entro niente"), ma Petra insiste che è tutto vero: "Nega anche l'evidenza, per questo mi sono fatto avanti con Corona. In quello che ho raccontato non c'è neanche mezza bugia, glielo posso assicurare. Perché avrei dovuto mentire? Antonio adesso dice di non sapere niente e non ho capito perché. Vorrà dire che ora la verità la riferirà a Torino ai magistrati, perché adesso, mi creda, io non ne posso più".
La fonte di Corona spiega poi come ha fatto ad entrare in possesso del materiale contenuto nella chiavetta: "Mio nipote ha raccolto molti documenti, una sorta di archivio. Erano dentro ai due telefonini che aveva almeno sino al 7 dicembre 2022 quando è stato ospite per l'ultima volta a casa mia, dopo l'ennesima fuga da Roma e l'ennesimo tentativo di recuperare denaro per far fronte alla sua situazione debitoria. Lui caricava i file su alcuni Pc di famiglia per poi spostarli su una chiavetta, su cui diceva di aver salvato tutto. Diciamo che in questi passaggi qualcosa sui computer di casa è rimasto. Perché ha registrato sé stesso e gli altri? Glielo ho chiesto anche io e lui mi ha risposto: ‘Non si può mai sapere. Può sempre servire'…".
Petra svela poi di aver visto una chat in cui Zaniolo chiedeva al nipote di piazzare per lui una scommessa sulla Roma in Coppa Italia: "Antonio mi ha detto che scommetteva per sé e per Nicolò e quando gli ho chiesto se l'amico fosse così stupido da puntare sulla Roma, mi ha mostrato una chat con Nicolò in cui lo stesso lo invitava a giocare su una partita di Coppa Italia dei giallorossi, non ricordo contro chi. Gli ha inviato gli estremi della scommessa e del sito e lo ha invitato a prelevare con il suo bancomat il denaro contante. Per questo gli ha inviato anche il pin della carta".
Questa è la sua versione dei fatti, ad ora totalmente smentita da Zaniolo e non avvalorata dal materiale in mano agli inquirenti. A breve il calciatore attualmente all'Aston Villa potrà raccontare tutta la sua verità sia alla Procura di Torino che a quella della FIGC.