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Cassano demolisce Calabria, ha capito con chi ce l’aveva dopo PSG-Milan: “Evitasse di parlare”

Lo sfogo del difensore del Milan, nettamente battuto dal PSG e in una situazione difficile in Champions, viene criticato aspramente dall’ex calciatore barese: “Non è Maldini”.
A cura di Maurizio De Santis
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Antonio Cassano ha criticato aspramente la sortita di Calabria dopo la sconfitta in Champions.
Antonio Cassano ha criticato aspramente la sortita di Calabria dopo la sconfitta in Champions.

La sconfitta del Milan a Parigi è stata una batosta tremenda: per il risultato (3-0) e per la prestazione, per i riflessi sulla classifica del girone (compromessa ma ancora rimediabile), per gli strascichi di nervosismo e veleno mescolati ad adrenalina che hanno accompagnato il post partita. Le parole di Davide Calabria hanno fatto molto rumore per il momento e il contesto: in tv, a caldo, con la ferita che ancora sanguina, s'è lasciato andare a uno sfogo mettendo nel mirino esprimendo perplessità sulle scelte tattiche e, cosa peggiore, alimentando il dubbio ci siano compagni di squadra che in campo non danno tutto.

"Chi non ci crede può stare a casa" è la sintesi durissima del suo pensiero. Parole dall'effetto dirompente abbinate alla riflessione sul "problema tattico e mentale che abbiamo". Il tecnico, Pioli, s'è infuriato per quelle cose dette pubblicamente, violando una delle regole sacre dello spogliatoio: nel bene e nel male (soprattutto in questo secondo caso), ci si parla muso a muso lontano da occhi e orecchie indiscrete, non si mettono i panni sporchi in piazza.

Il difensore del Milan prova a fermare Mbappé nella sfida di Coppa.
Il difensore del Milan prova a fermare Mbappé nella sfida di Coppa.

Calabria, invece, lo ha fatto. Non ha fatto nomi di compagni di squadra, limitandosi a quella frase molto generica, ma con la sua sortita ha scatenato la caccia all'indiziato. Ovvero: con chi ce l'ha? Il brusio di sottofondo che ha accompagnato i suoi concetti restringe il campo delle ipotesi a tre, massimo quattro rossoneri. Leao, Theo Hernandez, Kalulu e con ogni probabilità anche Musah, il cui atteggiamento (assieme a quello del difensore francese) venne censurato da Evra nel suo intervento a Prime Video.

La sortita del giocatore è stata presa male dal tecnico, Pioli.
La sortita del giocatore è stata presa male dal tecnico, Pioli.

"Quello che ha detto Calabria era generale oppure riferito a uno in particolare?", se lo chiede anche Adani che lancia la questione ai suoi abituali interlocutori della Bobo Tv (Vieri, Ventola, Cassano) e raccoglie il commento senza peli sulla lingua dell'ex calciatore barese. "Lele tu sei troppo figlio di una buona donna… era riferito a Leao per quello che ho visto io anche se sembrava generalizzato quello che ha detto", è l'incipit di FantAntonio che parte da qui per criticare le "cagate" che ha ascoltato sulla questione.

L'attacco nei confronti del difensore milanista è frontale, senza esclusione di colpi: "Calabria non è Maldini. Ha iniziato a giocare quando c'era il Covid, prima aveva paura a giocare a San Siro", è la prima sciabolata di Cassano. "Gli fanno fare pure il capitano… ma Calabria lascia stare, evita di parlare".

La filippica dell'ex giocatore continua sfruttando un altro gancio, questa volta fa riferimento al commento di Pioli. "Ha detto che non ha detto una cosa giusta. Ma il Psg ti fa una testa così perché è molto più forte. Se fai una buona gara gli concedi comunque quattro, cinque occasioni da gol. Calabria corresse, corresse e corresse ancora e basta. Ma non parli".

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